Vera Politkovskaja porta il suo lavoro nel sangue, e nella storia. Parliamo di una giornalista e autrice televisiva russa nata nel 1980, ed è la figlia della reporter Anna Politkovskaja, assassinata a Mosca da mandanti ancora sconosciuti, per aver denunciato le oscenità e il dramma della guerra in Cecenia. Ecco qualche elemento da conoscere sulla sua vita e carriera.
Vera Politkovskaja età, vita privata
Di lei sappiamo veramente poco, perché è molto schiva e lontana da ogni possibile fuga di notizia che abbiano a che fare con la sua vita privata ed intima. Una cosa è certa: Vera ora ha 42 anni, e ne aveva 26 quando la madre era stata assassinata a Mosca. Come sua madre, ha iniziato sin da subito a dedicarsi al giornalismo di denuncia, ma anche lei è stata costretta a trasferirsi via da Mosca, questa volta in virtù del conflitto tra Russia e Ucraina. Ora si trova in una località sicura insieme alla sua famiglia.
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Il suo libro: ”Una madre”
Anna Stepanovna Politkovskaja, chi era la madre
Anna Stepanovna Politkovskaja era nata il 30 agosto del 1958 a New York, il suo nome all’anagrafe era Anna Mazepa. Nacque in una famiglia di diplomatici sovietici di nazionalità ucraina, i quali erano di stanza presso l’ONU. Sin da subito la sua biografia, dunque, fu destinata a prendere un percorso impegnato, politicamente parlando e non solo. La passione per l’informazione e il giornalismo arriva presto, e per questo si iscrive all’Università di Mosca, ottenendo la laurea nel 1980 con una tesi che fu sintomo in qualche modo della sua peculiarità: una ricerca sulla poetessa Marina Čvetaeva.
La sua storica carriera
Due anni dopo, dunque, inizia la sua carriera giornalistica, nel 1982, lavorando per il quotidiano moscovita “Izvestija” (Notizie), che lascerà qualche anno dopo, nel 1993. Dopo questa prima esperienza, dal 1994 al 1999, lavorò come cronista, nel dettaglio per la sezione Emergenze/Incidenti, ma anche in qualità di assistente del direttore Egor Jakovlev alla “Obščaja Gazeta”. A questi anni risalgono anche le collaborazioni con diverse radio e TV libere della nazione.
La prima visita in Cecenia
La sua prima visita in Cecenia risale al 1998, come inviata della della “Obščaja Gazeta”, il suo compito in quella prima occasione era quello di intervistare Aslan Maskhadov, che in quegli anni era il neo-eletto Presidente della Cecenia. Ma il suo impegno arriva anche attraverso i libri e i saggi, oltre ai report giornalistici, tra i quali A small corner of hell. Dispatches from Chechnya (2003; trad. it. 2008), Putin’s Russia (2004; trad. it. 2005). Un giornalismo di denuncia, investigativo e critico, che gli valse il Global Award di Amnesty International (2001) e il premio dell’Osce per il giornalismo e la democrazia (2003).
Le minacce di morte e l’assassinio a Mosca
Nel 2001 arrivano già i primi problemi: la Politkovskaja è costretta a fuggire e rifugiarsi nella città di Vienna, perché iniziano le minacce, soprattutto da parte di un ufficiale di polizia da lei accusato di crimini contro la popolazione civile in Cecenia. La verità e la sua voce verranno soppresse nell’ottobre 2006 nell’ascensore del suo palazzo con cinque colpi di pistola. Una morte atroce, per la libertà d’espressione e la libertà contro la guerra e il regime. Una perdita che non ha mancato di causare commozione e sdegno nella comunità internazionale.
(Foto in copertina da isabellademaddalenaphotography)
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