E’ iniziata la 74esima edizione del Festival di Sanremo. Con questo articolo vi portiamo ancor più dentro la gara, con curiosità (che forse magari non conoscevate) sugli artisti in corsa per il titolo. E’ questo il caso ad esempio del rapper Geolier: sapete l’origine del suo nome d’arte?
Cantare con un nome d’arte non è certo una cosa rara nel mondo della musica, anzi forse è quasi la regola. Anche i cantanti della cosiddetta next gen, specie per ciò che riguarda il rap o la trap, scelgono degli pseudonimi per salire sul palco ed esibirsi dinanzi al pubblico. Sanremo 2024 del resto ci sta fornendo tanti esempi in questa direzione: da Rose Villain (Rosa Luini), passando per Clara (Clara Soccini), fino ad arrivare ad Alfa (Andrea De Filippi) oppure a Big Mama (Marianna Mammone). E chiaramente anche Geolier, focus di questo nostro approfondimento.
La carriera di Geolier: da Secondigliano alla ribalta nazionale
Appena 23 anni (ne farà 24 a marzo, ndr), il rapper è da poco salito alla ribalta sulla scena nazionale. Cantante partenopeo, il suo primo, vero passo nel mondo della musica lo ha compiuto circa sei anni fa. Era il 2018 quando usciva “P Secondigliano”, uno dei suoi primi lavori. Arrivano poi le collaborazioni con il mondo della musica rap e non solo, con ft. che lo vedono insieme a Emis Killa, Guè Pequeno, Lele Blade.
L’album, il primo, intitolato “Emanuele”, raggiunge il disco di platino. La sua vita però non è stata semplice. Cresciuto in uno dei quartieri più complessi di Napoli, Secondigliano, inizialmente ha iniziato a lavorare in fabbrica prima di seguire la sua vera passione, la musica per l’appunto. Ha raccontato in alcune interviste di avere anche un fratello minore in carcere. “Il coraggio dei bambini” è stato invece il suo secondo album prima dell’esperienza sanremese di quest’anno con il brano ‘I p’ me, tu p’ te’.
Geolier perché si chiama così? Il motivo
Il suo vero nome è Emanuele Palumbo, classe 2000 come detto. Nel nome d’arte scelto è racchiusa, in parte, proviamo ad ipotizzare, la sua difficile esperienza di vita. La parola Geolier infatti viene dal francese e, letteralmente, si traduce “guardia carceraria” o “carceriere”. Alcuni sottolineano come, in italiano, la trasposizione sarebbe anche quella di “secondino”, anche se ormai da tempo il linguaggio corrente identifica coloro che prestano servizio tra le forze dell’ordine in carcere come agenti di Polizia Penitenziaria e non più, per l’appunto secondini.
Omaggio a Secondigliano? No perché…
C’è chi quindi fa riferimento piuttosto al quartiere dove ha vissuto Geolier, Secondigliano, sostenendo che “secondino”, identificherebbe un residente in questa zona di Napoli. In realtà però, benché questa affermazione sia stata ripresa da molti quotidiani nazionali, il nome corretto degli abitanti di quel quadrante è “secondiglianese” e non secondino. Meglio forse, a questo punto, la traduzione letterale dal francese, sicuramente la più corretta. Almeno nella forma.