Report torna in prima serata a sfidare colossi della concorrenza come Fabio Fazio. Le 4 inchieste di stasera spaziano dal vino all’arte.
La prima serata di Raitre lascia spazio al giornalismo d’inchiesta: torna Report. Sigfrido Ranucci e la sua squadra hanno messo a punto nuove inchieste per alimentare la curiosità degli appassionati. L’abilità di Ranucci e colleghi resta quella di intrattenere informando. Se ha senso la parola infotainment è (anche) perchè, in Italia, quello che fa Report in prime time non lo fa (quasi) nessuno.
Scandagliare il territorio a caccia di informazioni, novità, alimentando dubbi e possibilità su eventuali scenari. Gli argomenti possono essere i più vari: si passa dalla politica alla scienza, dall’attualità alla storia. Ogni aspetto può (e deve) essere indagato, approfondito, conosciuto. È proprio il potere didascalico a fare la differenza in trasmissione: Report apre gli occhi su tutto quello che è il “non visto” rendendolo visibile con semplicità ma anche e soprattutto precisione. Il format funziona, molto snellito e arricchito di contenuti, per tenere testa alla concorrenza.
Report, le inchieste di domenica 17 dicembre 2023
In molti – incluso Ranucci – temevano il passaggio alla domenica, interpretandolo come un salto nel vuoto. L’eredità di Fazio è piuttosto pesante, ma la trasmissione convince e vince sul piano numerico. Fazio – approdato sul Nove – rimane sul podio delle trasmissioni più viste della domenica. Graduatoria in cui, però, rientra anche Report. Quindi la rete è contenta e l’azienda continua a scommettere su un certo tipo di giornalismo.
Una lezione a chi dava l’informazione d’inchiesta ai margini. In Rai le cose sembrano essere in continuo mutamento, ma per Report c’è sempre spazio. A tal proposito, gli spazi di stasera – 17 dicembre – saranno occupati da 4 argomenti principali da sviscerare nel corso della serata: si comincia con “Vino connection”. L’inchiesta che scandaglia i vini italiani e la propria classificazione: le regole che i produttori devono rispettare sono sempre più stringenti.
Vino Connection e C’era un cinese a Venezia
La classificazione dei prodotti è regolata da un disciplinare che determina le caratteristiche necessarie delle uve, affinché possano essere coltivate e trattate durante la vinificazione. Un viaggio all’interno delle pratiche enologiche: com’è possibile far rientrare vini scadenti all’interno di parametri di qualità e viceversa. I meccanismi oscuri di un’industria in costante ascesa: il vino piace, ma basta il gusto?
La seconda inchiesta si chiama “C’era un cinese a Venezia” e tratta la spinosa vicenda di Luigi Brugnaro – Sindaco di Venezia dal 2015 – proprietario di LB Holding. Un’azienda che, nel 2022, ha fatturato un miliardo di euro. Nel 2017 il Primo Cittadino affida le sue aziende a un fondo fiduciario estero, per far fronte al conflitto d’interessi. L’indagine del programma di Raitre analizza, con documenti inediti, in che modo il conflitto invece potrebbe essersi perpetrato ugualmente: progetti urbanistici su terreni inquinati e opere pubbliche vendute a prezzo di saldo.
La terza inchiesta, invece, è a opera di Goffredo De Pascale. “Abbiate Curia di noi” entra nella chiesa di San Biagio dei Taffettanari – in pieno centro storico a Napoli – per cercare di stabilirne la proprietà. Un anno di analisi negli archivi non ha prodotto risultati. Secondo le analisi condotte da Report, una famiglia di pregiudicati dispone a suo piacimento del tetto della chiesa e della canonica. La Curia sembra aver firmato un contratto di locazione proprio con quella famiglia. Chi sono e a quale titolo esiste questo accordo?
“Abbiate Curia di noi” e “La cattura di San Pietro”
In ultima istanza Report fa le pulci a Vittorio Sgarbi, il quale – l’8 dicembre del 2021 – in una mostra da lui presieduta presenta un’opera inedita che definisce di sua proprietà: si tratta de “La cattura di San Pietro”, di Rutilio Manetti. Pittore caravaggista. Il valore di mercato si aggira intorno ad alcune centinaia di migliaia di euro. Nello specifico, il testo curatoriale – su cui c’è anche la firma di Sgarbi, attuale sottosegretario alla Cultura – attesta che l’opera proviene da Villa Maidalchina.
Tuttavia, nessuno si era mai accorto dell’esistenza di un’opera del tutto identica a quella presente nella residenza nobiliare viterbese, di proprietà del critico d’arte, risulta rubata. Il dipinto, nella fattispecie, è contenuto nella banca dati del nucleo di tutela dei Beni Culturali, in seguito a una denuncia della signora Margherita Buzio. La segnalazione ha ormai un decennio, ma ancora non è stata fatta luce su questo (possibile) misfatto. L’appuntamento con Report e le sue indagini è per le 21.00 circa. La replica della puntata, così come le altre di questa edizione, è disponibile su RaiPlay.