Lo chiamano binge watching, ovvero il guardare in maniera compulsiva tutte le puntate di una serie consecutivamente e senza troppe interruzioni. Una sorta di maratona casalinga, potremmo dire in estrema sintesi. Questo è quello che accade con le tante serie di successo lanciate da Netflix.
Ce ne sono di altre, però, di serie, invece, che devono essere dosate, perché altrimenti possono incrementare di molto l’ansia e l’apprensione degli spettatori. Anche di quelli più abituati al genere. Questo è certamente il caso di Mostro – La storia di Jeffrey Dahmer, lanciata da Netflix pochi giorni fa, e ora disponibile in piattaforma.
Mostro-La storia di Jeffrey Dahmer su Netflix
La storia narra, in dieci episodi, la parabola incredibile e agghiacciante del serial killer Jeffrey Dahmer, conosciuto in tutto il mondo come “il mostro di Milwaukee”. Il geniaccio che l’ha firmata è Ryan Murphy, autori di altri grandi successi, come Nip/Tuck, Glee, Pose e Hollywood. Murphy ha uno stile tutto suo, esploratore incallito delle atmosfere dark e sommozzatore dell’ansia da thriller, ha firmato anche grandi successi come American Horror Story o quel capolavoro di artigianato scenico che è Ratched.
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L’ultimo grande lavoro di Ryan Murphy
In questa nuova ”fatica”, Murphy e il sodale Ian Brennan hanno deciso di raccontare la storia di Jeffrey Dahmer, come dicevamo, il quale è considerato uno dei più efferati killer degli States. Il soggetto narrato nasce a Milwaukee nel 1960, dopo un’infanzia difficile e l’innesco di problemi psichici compì il suo primo omicidio ad appena 18 anni.
La prima scena della serie
Prima dell’arresto della Polizia, Jeffrey Dahmer uccise 17 adolescenti e giovani uomini. Dopo l’arresto, arrivò il carcere duro, dove morì perché preso a bastonate da un altro detenuto. La serie comincia col botto, e dalla fine: dalla sera del luglio del 1991, quando gli agenti di Milwaukee entrarono nell’appartamento del trentunenne Jeffrey Dahmer dopo che una sua preda era riuscita a sfuggirgli. La sequenza di immagini, sin dall’inizio, sono un misto di splatter, claustrofobia e fobia allo stato puro.