Per quanto il gossip e i tabloid possano ricamarci sopra tutte le trame possibili ed immaginabili, a fine della storia tra Francesco Totti e Ilary Blasi, seguirà binari precisi ed inequivocabili: diamo a Cesare ciò che è di Cesare. Di fatto, al Pupone andrà tutto ciò che è di proprietà del Pupone, alla conduttrice ciò che è intestato alla conduttrice.
L’imperativo legale e la strada tracciata
Un imperativo legale perentorio che varrà tanto per gli immobili (tutti tranne uno), quanto per le auto. La coppia più famosa d’Italia, infatti, prima di far immortalare in diretta il fatidico “sì” all’Ara Coeli da Sky aveva deciso di sposarsi in regime di separazione dei beni, il che potrebbe rendere più agevoli le pratiche per la spartizione dell’impero dopo il divorzio ufficiale.
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Capire chi è stato il primo a dire ”basta”
La strada, insomma, è tracciata e rimangono pochi dubbi. Totti e Ilary – e i giudici per loro – devono fondamentalmente sciogliere le riserve su tre punti cardine della loro separazione e suddivisione dei beni in loro proprietà. Per prima cosa si dovrà sciogliere il nodo su chi tra i due sia il vero responsabile della separazione.
Un fatto che permetterà di capire più facilmente a chi spetterà il tetto coniugale ovviamente: la villa all’ombra dei grattacieli dell’Eur. Qui i due hanno costruito la loro famiglia, e il dovere di versare al coniuge l’assegno di mantenimento per i tre figli che ne consegue.
Le spallate di Totti a Ilary
La battaglia è a un passo dallo scoppio effettivo. Certamente i preludi ci sono stati, eccome: dai Rolex contesi alle cimici in auto, l’intervista dell’ex capitano della Roma al Corriere della Sera molte spallate alla showgirl. A proposito di orologi, in particolare, pare che ci sarà lavoro extra tanto per gli avvocati di Totti, Antonio Conte e Annamaria Bernardini de Pace, che per il legale di Blasi, Alessandro Simeone.
E i Rolex?
I Rolex famosi, divenuti fenomeno virale sui social, tanto da dilagare anche attraverso una miriade di meme, saranno oggetto di decisione da parte di un secondo giudice che non sarà il medesimo tenuto a decidere la sentenza sulla separazione dell’anno.