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Dalida, l’omaggio di JLOW: il mito rivive con un remix tutto nuovo

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Dalida JLOW remix Je Me Sens Vivre Uomo Vivo

Dalida: la voce della diva internazionale torna con un remix tutto nuovo grazie alle sapienti mani del giovane JLOW. I dettagli al riguardo.

Dalida negli anni 80
Dalida – Instagram @dalida_officielle (IlCorriereDellaCitta.com)

È proprio vero che, più che mai, sarebbe il caso di definirla éternelle, titolo riconosciutole ovunque. Un nome, una garanzia quello della star internazionale Dalida che, grazie al talento del giovanissimo JLOW, è tornata in una veste tutta nuova per mezzo del rifacimento di un’opera molto curiosa.

Il ragazzo in questione è un abile musicista che, con dedizione e bravura, ha stabilito di rendere omaggio all’immensa diva attraverso il remix dell’illustre brano «Je Me Sens Vivre», in francese, e «Uomo Vivo», in italiano. Esso è uscito nella giornata di venerdì 21 giugno 2024.

Scopriamo i dettagli sul prodotto che sta infiammando discoteche, festival e social network con la sua vivacità!

JLOW Dalida remix
JLOW – Instagram @jlowofficiel (IlCorriereDellaCitta.com)

Dalida JLOW: il remix che fa ballare tutti

Una Professionista della Canzone che non ha bisogno di presentazioni, già pronunciare il suo nome è sufficiente: Dalida. Al secolo Iolanda Cristina Gigliotti, nata al Cairo da genitori calabresi il 17 gennaio 1933, l’esistenza di questa incontournable fuoriclasse è stata costellata da assoluti successi nella sua carriera e da duri dolori nella sua sfera personale. Nulla ha avuto una mezza misura.

A ben 37 anni dalla dipartita della leggenda, si può dire che Mademoiselle Bambino continua ad essere una fonte di ispirazione per gli artisti dell’intero globo, che fanno propri i suoi pezzi intramontabili. Dall’Europa all’Oriente (come ha fatto l’affascinante VIP libanese Haifa Wehbe con la travolgente «Salma Ya Salama»), dall’Africa alle Americhe.

Il 2024, invece, ha visto la luce un’interessante e particolare rilavorazione, sviluppata dalle sapienti mani del 23enne JLOW. Il performer ha optato per la riedizione di un componimento romanticissimo del 1961, l’intenso «Je Me Sens Vivre». Apparso sulle piattaforme digitali a partire dal 5 aprile, il nuovo arrangiamento sta facendo danzare la gioventù (e non solo) nelle discoteche e nei festival di tutta la Francia. Il segreto del trionfo? Il mescolare una melodia apprezzatissima della vedette con un ritmo sorprendente, pensato dal content creator.

Di conseguenza, il 21 giugno, è stato il turno della pubblicazione dell’adattamento italiano, «Uomo Vivo», per la gioia dei fan del Bel Paese. Ad annunciare questa chicca è stato lo stesso DJ con un video sui suoi canali di comunicazione.

 

 
 
 
 
 
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JLOW: da «Je Me Sens Vivre» del 1961 al remix del 2024

La versione autentica di «Je Me Sens Vivre» rappresenta un punto cruciale nel lavoro, nel privato e nelle emozioni di Dalida. Conseguentemente, l’aria simboleggia un momento decisivo per il suo entourage, per i suoi fedeli sostenitori e per i suoi detrattori.

Nel 1961…

Il 1961 vede i fruitori coinvolti da nuovi generi: il twist e lo yé-yé, lontani dal concetto di arte che la bella cantante aveva. Dali era rimasta sola a gestire la sua professione perché sposatasi e divorziatasi a distanza di poco da suo marito, il produttore discografico Lucien Morisse. La rottura era dovuta all’idillio, giudicato assai scandaloso in quel periodo, con l’attore e pittore bohémien Jean Sobieski.

A dicembre, Mademoiselle Juke-Box era in concerto all’Olympia, teatro parigino, dove qualche collega e alcuni giornalisti non aspettavano che il tracollo del fenomeno. Effettivamente, a seguito della presentazione di tre canzoni, appartenenti alla tendenza rapida, gli applausi non riuscivano a levarsi in sala. Pertanto, “la Callas del varietà” ha eseguito con tutta se stessa «Je Me Sens Vivre», come una vera tragédienne de la Chanson.

È irrilevante dire che, con quella soavità, l’interprete, abbigliata di lilla e ancora bruna, aveva stregato la folla. In un tripudio di elogi, “l’italiana venuta dal Nilo” aveva provocato una gloriosa standing ovation, destinata a lei e alla sua attitudine di essere, pure in quella circostanza complicata, anticonformista.

Nel 2024…

Nel corso di un’intervista del 17 maggio 2024 sulla sua fatica consacrata all’indelebile Iolanda Gigliotti, il talentuoso JLOW ha dichiarato al quotidiano Var-Matin:

“Mi sono innamorato della versione originale, che ho scoperto un po’ per caso. Soprattutto a causa del film biografico dedicato a Dalida.

Successivamente, durante una sfida su TikTok, è nata l’idea dell’avvincente rework. Stando a quanto affermato dal diretto interessato, lui aveva due cappelli con dei bigliettini: uno conteneva dei nominativi di colossi francofoni, l’altro, invece, degli stili musicali. Va da sé dedurre che il primo fogliettino citava lo pseudonimo della stella italo-francese. Il secondo riportava la tecnica electro.

Con devozione e sacrificio, l’energico disc jockey ha realizzato l’elettrizzante remake che sta ricevendo un’accoglienza positiva. Difatti, la sua ascesa è inarrestabile, tanto che, dopo l’uscita definitiva in Internet nel mese di aprile, si sono contati oltre 600mila ascolti. In aggiunta, quasi 20 milioni di utenti l’hanno utilizzato in qualità di sottofondo sulle reti sociali digitali.

 

 
 
 
 
 
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Le difficoltà prima del successo

Non è stato un percorso facilissimo per il giovinetto. Quando JLOW ha postato, a dicembre 2023, un primo stralcio della sua invenzione sui social, ha notato che la gente lo stava recependo bene. A tal proposito, il giovane si è attivato affinché potesse ottenere i diritti d’autore, con l’obiettivo di diffondere integralmente il motivo.

In primo luogo, doveva essere convinto Orlando (fratello minore, manager e produttore di Dalida, che si occupa di mantenere imperitura la memoria della sorella). Al principio, le risposte ricevute erano negative, fino a che il parente dell’étoile ha voluto incontrare il performer. Commosso dall’iniziativa, Monsieur Gigliotti ha manifestato il suo benestare, esortando, però, ad apportare qualche modifica.

Mediante i dovuti cambiamenti, tra cui le entrate di un peculiare strumento derivante dall’Oriente, il darabouka (mossa che ha visto la collaborazione con il percussionista Mehdi Ryan), è arrivato, finalmente, il via libera per procedere al compimento dello speciale aggiornamento di «Je Me Sens Vivre».

Quanto descritto precedentemente, ha generato un incredibile coup de théâtre. L’inventore, nativo del Var, è stato ammesso nella società discografica Universal con l’etichetta Barclay, la medesima della superbe chanteuse a cui ha indirizzato il tributo. Ragione per cui l’esaltante elaborazione è stata trasmessa in radio.

 

 
 
 
 
 
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Il remix di «Je Me Sens Vivre» e «Uomo Vivo»

In occasione di questo progetto degno di nota, è stato registrato un videoclip davvero gradevole, che, per ora, è disponibile solamente per la parte francese.

Lo spettatore si trova catapultato nella Parigi degli anni ’60, in cui un giovanotto, passeggiando per le strade della meravigliosa Ville Lumière, entra in un bistrot. Il locale è frequentato da fanciulle innamorate e da una collettività che si diverte. Il protagonista è attratto dalla voce di Dalida, proveniente da un grammofono, che canta «Je Me Sens Vivre», ma con l’armonia recentemente costruita.

Improvvisamente, si torna ad oggi. L’andatura cresce incessabilmente, trascinando completamente chi ascolta. Adesso, è possibile addentrarsi nel backstage e prendere visione dell’attività che JLOW ha svolto negli ultimi mesi. Per giunta, durante il ritornello, in piena euforia, il creatore di contenuti ripete le parole dell’iconico personaggio, partecipe tramite delle immagini strepitose fino alla fine.

Nei testi di debutto, «Uomo Vivo» è meno lunga e un leggermente trattenuta nelle espressioni usate, probabilmente a causa dell’anno di uscita e del contesto nel quale è stata interpretata per la prima volta. Infatti, le variazioni di Dalida sono l’adeguamento di «Un Uomo Vivo», portata in scena da Gino Paoli e da Tony Dallara al Festival di Sanremo 1961.

Nella lingua di Molière, c’è una signorina che, in tempi non sospetti, è sicura e ferma nel conferire ogni lembo del suo corpo all’amato. Altrettanto avviene in italiano, in una maniera alquanto edulcorata, ma comunque con trasporto e dolcezza.

Con l’arrivo della stagione calda, il valido ideatore ha divulgato la riorchestrazione nell’idioma di Dante Alighieri nel pomeriggio di venerdì 21 giugno 2024. Il pezzo è stato inserito nel disco estivo «La Dolce Vita» (lanciato il 12 luglio in CD e il 16 agosto in LP), che raccoglie i grandi refrains italiani della Calabrisella più famosa del pianeta.

E solo ora mi sento viva, mi sento viva perché ti amo
E solo ora mi sento vera, mi sento vera perché ti amo
Perché ti amo, perché ti amo, perché ti amo e tu ami me.

Io non sapevo per che cosa vivevo
Io non sapevo a che cosa servivo
Ora so, ora so, ora so.

I miei occhi mi servono per vedere te
Le mie labbra mi servono per parlare a te
Le mie orecchie mi servono per sentire la tua voce
Le mie mani mi servono per stringere te.

E solo ora mi sento viva, mi sento viva perché ti amo
E solo ora mi sento vera, mi sento vera perché ti amo
Perché ti amo, perché ti amo, perché ti amo e tu ami me.

Chi è JLOW?

Da ciò che si apprende sul suo sito ufficialeJLOW è il nome d’arte di Jean-Laurent Dura. Originario del comune Saint-Cyr-sur-Mer (situato nel dipartimento del Var della regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra), si tratta di un DJ, performer, produttore e conduttore radiofonico. Il 23enne vanta 127mila followers sul suo profilo ufficiale di Instagram, @jlowofficiel, e 71.119 ascoltatori mensili su Spotify.

Appassionato di hits sin dall’infanzia, la sua madrina e il suo padrino gli regalano la prima consolle. Da qui, comincia a mixare. A soli 15 anni, va a mescolare suoni presso Club Mix su Fréquence 3, la radio online transalpina più prestigiosa. Nel settembre dello stesso anno, inizia a condividere la sua passione sui social media, dove le persone impazziscono per le sue creazioni.

Grazie alle migliaia di visualizzazioni, nel 2017, il sanciriano è chiamato ad operare nell’emittente francese Fun Radio e si esibisce con volti noti dell’ambiente (fra cui Feder, Keen’V e Klingande). Dal 2018, per la contentezza di chi vuole spassarsela, percorre la sua nazione in tournée. A bordo di un attrezzatissimo furgoncino, pone innanzi ad una varia platea le sue innovazioni, facendo svagare chiunque.

 

 
 
 
 
 
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Dalida e JLOW: l’audacia di due artisti

L’unione tra Dalida e JLOW non è scandita solamente dal brano che hanno in comune. Di fatto, essi sono legati anche da una sana audacia, dimostrata ampiamente e senza sosta.

DALIDA

È risaputo che la diva ha provato a tutti il suo eroismo per ciò che concerne la sua vita privata. Dalla partenza dall’Egitto all’ecletticità in amore, passando per il tragico epilogo. Motivazione per cui l’étoile può essere considerata precorritrice del riscatto della libertà femminile in un’epoca nella quale il patriarcato la faceva da padrone. Lei è stata per la Musica quello che Brigitte Bardot è stata per il Cinema: l’incarnazione della femminilità, la sovrana di se stessa e della sua volontà.

Un’equivalente concezione non poteva mancare nel suo mestiere. Con estremo vigore, la fuoriclasse ha accettato critiche e tiri mancini, fronteggiando le maldicenze in un solo metodo: abbandonandosi alla sua arte con implacabile impegno. Questa forma di pensiero è riassunta in «À ma manière», inno alla assoluta indipendenza, dove la cantante rivendica l’importanza di vivere, amare e, addirittura, andarsene” a modo suo.

Nel suo operato, vi sono innumerevoli esempi che sottolineano la forte emancipazione della stella. Straordinario, anzitutto, è stato il mutamento del repertorio, fedele allo spirito della professionista. Dalla ‘leggerezza’ dei primi brani, alle canzoni colte (tra le altre «Je suis malade» e «Avec le temps»), scritte da autori di spicco, per poi trasformarsi nella pioniera della disco music in Francia.

 

 
 
 
 
 
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Inoltre, nell’opera della celebrità italo-francese, vengono toccati argomenti scottanti (ancora ai giorni nostri) e delicati. La vedette ha avuto la prodezza di narrarli in un’era in cui certi sentimenti e determinate faccende erano tabù o peccato. Modelli sono: «Il Venait d’Avoir 18 Ans» (una 36enne intraprende una relazione con un 18enne); «Ta Femme» (un’amante, che non si sente a suo agio nel suo ruolo “senza scocciature”, vorrebbe prendere il posto della moglie di lui perché innamoratissima dell’uomo conteso).

E ancora: «Quand je n’aime plus, je m’en vais» (stanca della routine e della sua storia d’amore, una consorte se ne va perché non ama più, senza incolpare nessuno del suo provvedimento); «Depuis qu’il vient chez nous» (resasi conto dell’innamoramento di lui nei confronti di un fanciullo, la coniuge cerca di risolvere le cose con l’aiuto del dialogo).

Pregevole è la riflessione sulla solitudine e, perfino, sulla morte (a cui parla a tu per tu in «Mourir sur scène», domandandole di arrivare mentre è in scena davanti al suo adorato pubblico, che per lei ha sempre avuto «Le visage de l’amour», il volto dell’amore). «Une femme à 40 ans» racconta una signora sola che fa un bilancio del suo vissuto, denso di eventi, esaminando le suggestioni evolute con l’età. In «Téléphonez-moi», la vamp chiede ai suoi ammiratori di telefonarle per tenerle compagniaprima che sia troppo tardi“.

 

 
 
 
 
 
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Dulcis in fundo, esiste «Ensemble», che racchiude il valore di aprirsi. Qui il mostro sacro si confida in un incontro davvero sofferto: quello tra Iolanda, la ragazzetta anonima ma sognatrice, e Dalida, la star popolare ma ferita. La seconda ha seppellito le sensazioni della prima per emergere, non permettendosi la debolezza. L’artista parla con sé, provando tenerezza, cercando di mettere insieme, “per una volta“, le sue due nature, insistentemente in conflittualità. In anticipo sul tempo (come accaduto assiduamente), Dali mette a disposizione di chi la segue uno sforzo che l’umanità tenta di fare, quasi irrimediabilmente, giorno per giorno: conciliare le personalità in contrasto che abitano l’essere e fare i conti con le luci e le ombre della propria anima.

Questi temi, assolutamente moderni, consentono all’icona di essere attuale, offrendole, negli anni, un’eternità unica.

On peut bien dire ce qu’on voudra, je ne serais pas Dalida si je n’étais pas comme ça !

Si può dire ciò che si vuole, non sarei Dalida se non fossi così!

 

 
 
 
 
 
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JLOW

Questa immortalità è elargita anche dalle nuove leve, come JLOW. Il coraggio è l’aspetto che, insieme allo spirito di innovazione, lo unisce a Dalida. Effettivamente, il musicista ha deciso di confrontarsi con una leggenda, donandole la possibilità di rimanere in prima linea nelle novità musicali e, ancora una volta, renderla contemporanea.

Uniformemente, una tenace intrepidezza è stata palesata da un adolescente Jean-Laurent. Lui si è esposto, proponendo in rete, ormai un mondo spietato, i suoi lavori (tra gli altri: la primissima vittoria «JLOW VS La France a un Incroyable Talent», «Summer Love», «The Game» e «Voltaire»), vincendo la scommessa.

L’estate 2024 si ballerà al ritmo dei remix di «Je Me Sens Vivre», che sta facendo scatenare l’Esagono, e di «Uomo Vivo», uscito una settimana fa, ma con un numero di visualizzazioni e ascolti niente male. Quindi, non resta che augurare il meglio a questo ragazzo pieno di ingegno.

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