La sua vita è stata fonte di ispirazione per il film Quasi Amici, il capolavoro del cinema francese con François Cluzet e Omar Sy: Philippe Pozzo di Borgo, l’aristocratico e imprenditore francese che rimase paralizzato dopo un incidente in parapendio, è morto oggi a 72 anni nella sua casa di Marrakech, in Marocco. Lo ha annunciato il giornale Le Figaro.
La sua vita racchiusa in un libro
Philippe Pozzo di Borgo era nato nel 1951 in una famiglia nobile e ricca. Nel 1993, poco dopo aver perso la moglie, affetta da un tumore raro, ebbe un grave incidente mentre praticava il parapendio: cadde da un’altezza di 15 metri e si ruppe la spina dorsale, rimanendo immobilizzato dal collo in giù. La sua esistenza cambiò radicalmente: dovette affrontare il dolore fisico e psicologico, la solitudine, la depressione, la dipendenza dagli altri. Ma non si arrese: decise di scrivere un libro per raccontare la sua battaglia e il suo rapporto speciale con il suo assistente personale, Abdel Yasmin Sellou, un ex detenuto algerino che diventò il suo “diavolo custode”. Il libro si intitola Le Second Souffle (Il secondo respiro), pubblicato in Italia come “Il Diavolo Custode (Quasi Amici)” (Ponte alle Grazie, 2012).
Un film di successo
La storia di Philippe Pozzo di Borgo colpì i registi Éric Toledano e Olivier Nakache, che decisero di trasformarla in un film: Quasi Amici (Intouchables in francese). Uscito nel 2011, il film fu un trionfo di pubblico e critica: incassò oltre 400 milioni di euro nel mondo e fu visto da più di 19 milioni di spettatori solo in Francia, diventando il secondo film più visto nella storia del cinema francese dopo Giù al Nord. Il film racconta con humour e sensibilità il legame insolito e profondo tra Philippe Pozzo di Borgo (interpretato da François Cluzet) e Abdel Yasmin Sellou (interpretato da Omar Sy), due uomini che provengono da mondi diversi ma che si scoprono amici e complici. Omar Sy vinse il premio César come miglior attore per la sua performance.
Amante della vita nonostante le sofferenze, Philippe Pozzo di Borgo si trasferì a Marrakech nel 2004, dove sposò in seconde nozze Khadija Rharouity, una donna marocchina che lo assisteva e dove continuò a portare avanti il suo impegno per i diritti e l’integrazione nella società delle persone disabili. Qui è vissuto fino alla sua morte, circondato dall’affetto dei suoi cari e dei suoi amici.
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