Barbara Bartolotti è la ragazza che vent’anni fa rimase vittima di una brutale aggressione da parte di un collega di lavoro che, non potendo avere con lei una relazione, aveva deciso di ucciderla. Tra poco si racconterà a Oggi è un altro giorno, il salotto pomeridiano condotto da Serena Bortone in onda tutti i giorni dalle ore 14.00. Dal giorno che le ha cambiato, suo malgrado, la vita, alla rinascita e alla voglia di ricominciare. La sua storia, che ha dato vita ad un’Associazione chiamata Libera di Vivere, è di aiuto e supporto ad altre donne, finite come lei nella spirale d’odio di uomini senza scrupoli.
La storia di Barbara Bartolotti
La sua vicenda è davvero inquietante. Nel dicembre 2003 venne aggredita brutalmente da un collega di lavoro, presa a martellate, a calci e a pugni. Ridotta senza pietà in fin di vita. Prima di finire avvolta dalle fiamme mentre il suo aguzzino le ripeteva: “Se non posso averti, meglio ucciderti”. Barbara, stordita, sfinita dalle profonde ferite, si finge morta e riesce a salvarsi poi quasi per miracolo: ma perderà il bambino che aveva in grembo. La sua storia oggi viene portata nelle scuole per parlare e sensibilizzare gli studenti sull’argomento della violenza sulle donne. E per convincere quelle che, come lei, sono finite nel mirino di uomini criminali per denunciare. Per far sì che i femminicidi smettano di alimentare le drammatiche statistiche nel nostro Paese.
Chi è l’aggressore di Barbara Bartolotti
A colpirla, in questo femminicidio fallito, un collega di lavoro. Stando a quanto ricostruito la donna aveva ricevuto dall’uomo un invito ad uscire e i due si erano incontrati. Barbara racconta che non c’erano state avance nei suoi confronti e in quell’appuntamento non aveva visto per questo nulla di strano. Poi la brutale aggressione, dopo che l’auto aveva “misteriosamente” deviato dalle strade principali: calci, pugni, coltellate, martellate, con la donna che viene letteralmente massacrata. Fino all’epilogo del rogo. In più, a distanza di anni, la beffa: l’aggressore, condannato a 21 anni, ne ha alla fine ricevuti solo 4 (ai domiciliari) e nemmeno scontati tutti. Oggi è un uomo libero.
La vita privata di Barbara Bartolotti oggi, l’Associazione Libera di Vivere
La donna all’epoca dei fatti aveva 29 anni. Sposata con un agente di Polizia aveva due figli e un altro era in arrivo. Non nascerà proprio a causa dell’aggressione subita. Oggi porta avanti un grandissimo lavoro di sensibilizzazione con la sua Associazione Libera di Vivere ricevendo le segnalazioni di aiuto da parte di donne accompagnandole con dei professionisti in un percorso verso la libertà.
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