Delle infiltrazioni mafiose ad Anzio, della ‘ndrangheta e dei 65 arresti fatti all’alba del 17 febbraio scorso ne ha parlato ieri sera anche l’inviato di Striscia la Notizia, Vittorio Brumotti. Lui che in sella alla sua bici è arrivato sul litorale romano, su Corso Italia, e ha cercato di documentare quello che accade lì, in quella zona. Lui che si è imbattuto in un ragazzo su una sedia a rotelle e che ha fatto vedere come la malavita, in realtà, si approfitti di tutti, anche dei bimbi e dei disabili. Di come i malviventi siano in grado di ‘istruire’ quelli che sembrano gli insospettabili.
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Striscia la Notizia ad Anzio
Vittorio Brumotti, che per parlare di Anzio ha citato Il Corriere della Città e l’articolo sulle perquisizioni (anche negli uffici comunali), ha posto l’accento sul vero e proprio terremoto che ha coinvolto (e stravolto)il Comune. E non solo. Ha fatto vedere, con le telecamere nascoste piazzate dalla trasmissione, come lo spaccio di droga sia ormai all’ordine del giorno. E si faccia in pieno giorno. “I clienti arrivano anche da Roma e da tutto il basso Lazio, i prezzi sono competitivi e ogni giorno vengono vendute centinaia e centinaia di dosi. Arrivano, danno i soldi, si prendono la cocaina e se ne vanno” – spiega il giornalista, che lì, a Corso Italia, in poche ore ha visto più di 200 persone acquistare la sostanza stupefacente.
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Spaccio di droga ad Anzio
La mafia è difficile da sradicare, ma i cittadini, quelli onesti e perbene, hanno il diritto di riappropriarsi del proprio territorio. E di vivere senza paura, nella sicurezza. E non nel degrado di alcune zone che sembrano ormai allo sbando, abbandonate a se stesse. Al lavoro ‘sporco’ dei pusher, dello spaccio di droga e della malavita organizzata. Brumotti ha cercato di ‘scoperchiare’ questa organizzazione criminale, con tanto di turni, radioline, sentinelle e di strumenti per ‘cucinare’ la sostanza stupefacente, in una piazza di spaccio enorme che ogni giorno frutta migliaia e migliaia di euro. Tutti soldi che vanno a finire nelle casse della ‘ndrangheta, che rovina il futuro dei giovani e che ormai fa affari anche con il clan degli Spada e dei Casamonica.
Con la speranza che lo Stato faccia la sua parte, non abbandoni chi vive lì, chi lavora con dignità in un territorio che dovrebbe essere il fiore all’occhiello della provincia di Roma. E che, invece (e purtroppo), sembra essere sempre più dipendente dalla mafia, che ‘arruola’ i ragazzi e che toglie loro il sogno di un futuro migliore.