Giacomo Castro, Presidente dell’Associazione Latium Vetus insieme ad altre tre persone, ha deciso di trascorrere le proprie vacanze in modo alternativo, decidendo di percorrere a piedi un tratto della nota Via Francigena arrivando però…fino a Pomezia. Il percorso ‘canonico’, uno dei tanti esempi nel mondo del turismo dei ‘cammini’, prevedeva infatti come tappa di arrivo Roma (dove si è fermato il resto del gruppo), ma Castro, non pago nonostante gli oltre 250km percorsi fin lì, ha deciso di proseguire fino per l’appunto a Pomezia. Il motivo? Anche saggiare in prima persona la possibilità di prevedere un cammino sul territorio pometino. Ecco quello che ci ha raccontato.
Da dove è nata l’idea di affrontare questo viaggio?
“Il percorso è stato da sempre un mio sogno e quest’anno, dopo l’esperienza del 2016 con il cammino di Santiago di Compostela, finalmente l’ho coronato. Principalmente l’idea è partita dal fatto che, essendo guida turistica del Lazio nonché Presidente di un’associazione che proprio dell’area laziale si occupa, volevo studiare e vedere sotto un’ottica diversa il territorio. Senza contare l’aspetto ovviamente “ludico” e personale dell’esperienza. Oltre a questo volevamo saggiare in prima persona l’esperienza dei cammini per vedere quanto questo possa essere per esempio ripensata per Pomezia ed Ardea”
Cioè?
“Io intendo parlare di “cammini” nella nostra zona ma per far questo avevo bisogno di toccare con mano la materia. Le possibilità ci sarebbero e si potrebbe ipotizzare una ‘deviazione’ della Francigena stessa – che ricordo non si ferma a Roma ma arriva fino a Santa Maria di Leuca in Puglia – che tra l’altro passa qui vicino nella sua direzione sud; ovviamente il il percorso è ancor meno organizzato rispetto alla sua consorella al nord, quella che abbiamo percorso noi nel tratto da Roma a Siena. E tuttavia ci potrebbe muovere in tal senso, pensando una tappa al Divino Amore ad esempio (cosa peraltro al vaglio anche dell’assemblea capitolina che sta ragionando proprio in merito ad “un cammino del pellegrino”) e perché no arrivare fino ad Ardea. Abbiamo la fortuna di poter disporre del vincolo dell’agro romano del 2010 e, speriamo, di quello nuovo di Tor Maggiore e Valle Caia. Insomma predisporre un percorso fino al territorio di Pomezia e Ardea non è utopia e si potrebbe investire in tal senso. Del resto la tendenza del turismo ultimamente è molto chiara e spinge molto in questa direzione. Perché non puntarci allora, magari con un piccolo cammino “nostrano” di pochi giorni (del resto non tutti hanno la possibilità di prendersi un mese di ferie per affrontare percorsi lunghi)?”
Che differenze hai trovato rispetto al cammino di Santiago?
“Purtroppo abissale. Lo scorso anno mi avevano sconsigliato di partire con la Via Francigena ed iniziare paradossalmente con il cammino di Santiago che, pur essendo notevolmente più lungo (circa 800km), è molto più servito e frequentato. Ad oggi posso dire di essere contento di aver seguito quei consigli”
Come era strutturata la vostra giornata tipo?
“Ovviamente il periodo non era il più adatto (il gruppo è partito lo scorso 27 luglio ed è arrivato a destinazione il 10 agosto, ndr) – quindi abbiamo fatto di necessità virtù. Sveglia molto presto, intorno alle 5 e cammino fino all’ora di pranzo per poi godersi una bella pausa. Diciamo che il bello di quest’esperienza è la totale personalizzazione: sei tu a decidere quanto e come spostarti, se fermarti un giorno a visitare una città piuttosto che scarpinare per 40km filati”
Qual è stata la vostra media?
“Circa 20-25 km al giorno di media”
Per dormire?
“Lungo il cammino si trovano strutture essenzialmente religiose, essendo queste esperienze strettamente correlate ai pellegrinaggi. In Spagna la rete è molto fitta, e si possono trovare anche strutture non religiose, noi abbiamo trovato essenzialmente suore o comunque punti d’accoglienza di questo tipo. Di solito con 10-15 euro a notte, previa esibizione delle credenziali da “pellegrino”, te la cavi. Per mangiare talvolta c’è la cucina altrimenti si può mangiare nei ristoranti”
Il percorso è facile da individuare?
“Anche qui il confronto con Spagna e Francia è impietoso, anche se comunque la Via Francigena è ben segnalata. E nei pochi punti “incerti” grazie alla tecnologia si riesce a proseguire senza sbagliare strada”
Roma però non ti bastava, hai voluto proseguire fino a Torvaianica. La domanda sorge spontanea: dove sei passato?
“Allora qui le cose si sono fatte complicate perché, non essendoci un percorso, alcuni tratti sono altamente pericolosi e molti di essi sono su strada, per questo sconsiglio vivamente di passarci. Ad ogni modo la mia scelta ha anche un senso culturale perché dopo Roma ho “puntato” la Laurentina, dopo esser passato per le Tre Fontane, dunque un altro punto di notevole interesse, poi Via di Trigoria fino a Castel Romano; quindi via di Pratica di Mare – i 3km probabilmente più pericolosi in assoluto – fino a Campo Ascolano. 31 Km precisi”.