Uomini sposati e celibi, più o meno giovani, con o senza figli; tutti molto diversi fra loro ma con un’esperienza in comune alle spalle: hanno vissuto o continuano ad avere avventure con le trans. Che si tratti di personaggi famosi o di individui lontani dalle luci della ribalta, hanno deciso di provare nuove emozioni. Magari dopo qualche tentennamento, spinti dalla curiosità o da altri motivi.
Le hanno conosciute per strada, tramite annunci o conoscenze fidate, in molti casi rimanendo stupiti dell’aspetto straordinariamente femminile di chi avevano di fronte. In albergo, in macchina o all’interno di un appartamento hanno consumato il loro primo rapporto, talvolta dando un seguito a quei momenti.
Ad un certo punto, però, c’è chi sente il desiderio di confessare o, quanto meno, di ammettere le proprie scappatelle davanti agli altri. Anche a costo di compromettere l’unione matrimoniale o la propria reputazione. Ma da dove nasce questo bisogno di fare coming out?
Avventure con le trans, i motivi che portano al coming-out
Fino a poco tempo fa, andare con una trans è stato un tabù da celare con ogni mezzo a disposizione e a qualsiasi costo. Non lasciarne traccia era un imperativo categorico e, in qualche caso, andava nascosto perfino a se stessi, per esigenze di facciata o per ignoranza.
Ha sempre rappresentato una trasgressione da coltivare in segreto, leit-motiv di fantasie da mettere in atto nel più assoluto riserbo. Allo stesso tempo, un’aura di silenzio avrebbe dovuto avvolgere il quotidiano, con l’intento di salvaguardare la famiglia e non intaccare la propria reputazione.
Nel caso in cui fosse trapelato qualcosa, la situazione era motivo di scandalo e l’uomo in questione diventava oggetto di scherno, insieme alle persone a lui vicine. Si ritrovava, quindi, davanti a un bivio: negare o confessare, spinto dagli eventi in corso.
Negli ultimi anni, invece, la situazione sta cambiando e il numero di coming-out è in costante aumento. Accanto a chi nega spudoratamente di aver vissuto un’esperienza del genere, c’è chi non ha problemi ad ammetterlo.
Rendere partecipi gli altri di questo desiderio – trovare caratteristiche di entrambi i sessi nella stessa persona – sembra meno complicato rispetto a un passato neanche troppo lontano. Stiamo vivendo un periodo di evoluzione iniziato qualche decennio fa e, nonostante il lento decorso, cerchiamo di andare aldilà delle chiusure mentali.
Avventure con trans o con gay: quale esperienza è più difficile da confessare?
Questa domanda è un’ottima opportunità per fugare alcuni equivoci che aleggiano nell’immaginario collettivo, in particolare per le persone estranee a entrambe le esperienze. È molto comune, infatti, sospettare un’omosessualità latentenegli uomini affascinati dalle identità di genere non convenzionali.
Se un tempo le risposte tipo potevano essere: “Non lo so” o: “Non fa alcuna differenza”, in questo momento storico è possibile fare riferimento a studi e ricerche effettuati proprio sull’argomento. Molti di essi confermano una netta preferenza verso le donne anche nell’abituale frequentatore delle trans.
L’uomo che le cerca, quindi, è attratto dalla figura femminile e non dai gay. Indipendentemente dal fatto di essere attivi o passivi, questi ultimi sentono e mostrano di appartenere all’universo maschile, pur intrattenendo relazioni con individui dello stesso sesso.
La conclusione, pertanto, è immediata: per un uomo, preferire le donne è ritenuto socialmente più accettabile rispetto a una dichiarazione di omosessualità. Ovviamente in un contesto che non sia troppo ostile a tali realtà.
L’identikit degli uomini inclini al coming out
Ormai è un dato di fatto: come abbiamo visto, la transizione di genere non rientra nell’omosessualità, sia latente che dichiarata. Si può nascere con un corpo in dissonanza con la propria identità psichica e il proprio modo di sentire. Diventare trans è una scelta, dettata dal desiderio di assecondare la propria natura, sia essa mascolina o femminile.
Di tutto ciò gli uomini tendono ad essere più consapevoli e, per tale ragione, meno inclini ai sensi di colpa al momento di realizzare certe fantasie. E, quando si tratta di confessarlo davanti ai familiari, agli amici o a un pubblico più vasto, vivono tale opportunità come una liberazione.
Fra le persone disponibili a comunicare il loro vissuto, è praticamente impossibile che rientrino individui abituati a criticare tutto e tutti. Per definizione, si tratta di abili dissimulatori, abituati a puntare il dito contro gli altri per allontanare da sé qualsiasi sospetto.
Inoltre non esiste una fascia di età più o meno incline ad ammettere di aver fissato incontri, occasionali o regolari, con una o più trans. Le persone sincere per indole, quelle di livello culturale medio-alto e non particolarmente intrappolate in stereotipi e convenzioni manifestano una certa attitudine a dire la verità.
Le rivelazioni più frequenti
Un cospicuo numero di uomini ha ammesso di aver consumato rapporti con una trans almeno una volta della vita. Alcuni di loro sono stati spinti dalla curiosità, mentre altri da un forte desiderio di sperimentare qualcosa di nuovo.
Inoltre, fra i rappresentanti del sesso forte c’è un fitto gruppo che ha voluto lanciarsi in questa esperienza per provare sensazioni e giochi erotici negati dalla propria partner ufficiale. Chi ha confessato, fa sapere al mondo quanto le trans siano in grado di offrire molta più varietà nei rapporti.
Nella quasi totalità dei casi, gli incontri si vivono serenamente e senza ansia da prestazione. Avendo un corpo maschile sin dalla nascita, queste creature sanno utilizzarlo a proprio vantaggio: fisicamente parlando, sanno come far godere un uomo per esperienza diretta. Conoscono punti deboli e zone erogene perché ne hanno vissuto la condizione sulla propria pelle.
Fra gli argomenti dei coming out rientra anche il luogo o il contesto nel quale avvengono il primo approccio e la conoscenza. Il vecchio sistema del passaparola e degli annunci sui quotidiani ha lasciato spazio alle piattaforme virtuali, grazie alle quali organizzare un appuntamento in pochissimo tempo. Esistono addirittura piattaforme dedicate ad incontri per sole trans, in cui è possibile recarsi e scegliere fra i tanti annunci disponibili suddivisi per regioni e città.
La confessione come dovere sociale
Una piccola parte di uomini è disposta ad ammettere le proprie avventure per un fine molto nobile: portare l’individuo medio a considerare le trans come persone aventi dei diritti. Primo fra tutti quello di condurre una vita come le altre persone, uomini e donne.
Ancora oggi e sotto molti aspetti, la tendenza è la discriminazione. Pur avendo potenzialità e abilità da offrire al mondo, continuano a subire critiche, comportamenti discriminatori e denigratori, soprattutto da chi si chiude con ostinazione nell’ignoranza.
Molte di loro non hanno un impiego fra le professioni riconosciute dallo Stato e, per sbarcare il lunario, si prostituiscono. Per tali ragioni, qualcuno considera il coming out come un dovere nei confronti di queste creature, nate in un corpo da uomo ma donne a tutti gli effetti nel pensiero, nel modo di porsi e di vestirsi.
Va ricordato, quindi, che a parte alcune realtà isolate – come Napoli, dove la figura del femminiello ha sempre trovato una grande esaltazione – il percorso di vita e di inserimento sociale delle trans è, il più delle volte, irto di ostacoli.
Per il solo fatto di indossare abiti da donna, nell’Italia degli Anni 60 erano previsti perfino l’arresto e la detenzione in carcere. Quando si trovavano in stato di fermo, venivano schedate mediante la sigla TA, vale a dire traviato anormale.
Da quel momento ad oggi sono stati fatti alcuni passi avanti: uno di questi è avvenuto il 18 maggio 2018, quando l’OMS ha ridefinito tale identità di genere svincolata in maniera totale da qualsiasi patologia. Una svolta importante, ma evidentemente non abbastanza incisiva per un cambiamento di massa.