I finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno scoperto un vero e proprio laboratorio clandestino per la realizzazione di abbigliamento con marchi contraffatti.
Sequestrate macchine da cucire e pen drive, oltre a 70.000 articoli, fra capi di abbigliamento e loghi pronti per essere applicati.
Nel corso del costante controllo economico del territorio condotto dai militari del Gruppo Pronto Impiego di Roma, è stato individuato un sito nel quartiere Testaccio della Capitale in cui vi era un continuo andirivieni di soggetti, soprattutto extracomunitari, muniti di bustoni.
Al fine di verificarne il contenuto, è stato fermato e sottoposto a controllo un cittadino senegalese, che, nell’immediato, cercava di occultare sulla propria persona un pacco, risultato poi contenere alcuni capi di abbigliamento contraffatti.
Le operazioni sono state subito estese sottoponendo a perquisizione i locali da cui proveniva e nei quali svolgeva, a suo dire, attività sartoriale regolare.
Invece, la scupolosa ispezione condotta dalle Fiamme Gialle ha consentito la scoperta di un vero laboratorio clandestino per la realizzazione di capi contraffatti.
Sono state, infatti, rinvenute macchine da cucire professionali, programmate per la riproduzione illecita delle griffes delle più note case di abbigliamento, alcune pen drive, contenenti i file dei diversi loghi e marchi aziendali, tra cui Armani, Moncler, Colmar, ecc., nonché oltre 70.000 capi di abbigliamento, tra giubbotti, giacche e maglie, sia neutri che già griffati, numerose etichette e targhette false pronte per essere applicate.
La riproduzione dei vari brand era particolarmente accurata, come testimoniato dall’esito delle perizie e assolutamente in grado di trarre in inganno il consumatore finale, mentre di bassa qualità e potenzialmente nocivi i capi neutri utilizzati.
Di circa un milione di euro il valore che si sarebbe ricavato dalla vendita della merce sequestrata, destinata ad essere ceduta sulla piazza romana, soprattutto in questo periodo di festività.
Il senegalese è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Roma per reati di contraffazione.
L’attività si inserisce nel dispositivo di contrasto alla contraffazione del Comando Provinciale di Roma teso, in particolare, a colpire i canali di produzione ed approvvigionamento del mercato del falso e a tutela dell’economia legale e degli imprenditori che operano nel rispetto delle regole.