Non si arresta la pandemia dovuta al Covid-19. Dal 12 maggio, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) ha incrementato la sorveglianza delle nuove sottovarianti Omicron: Omicron 4 e Omicron 5.
L’agenzia dell’Unione europea, infatti, ha invitato gli stati membri a non sottovalutare nessun campanello d’allarme.
Omicron 4 e 5: a rischio sesta ondata?
Gli esperti temono che i nuovi ceppi, più virali e pericolosi, possano essere causa di un vertiginoso aumento dei contagi e di conseguenza portare a una sesta ondata. “Le nuove varianti – spiega l’Ecdc incutono timore e saranno presto dominanti. Nelle settimane e nei mesi a venire potrebbero delinearsi i contorni di una sesta ondata pandemica”.
Al momento, molti guardano la situazione nel Portogallo dove la variante Omicron 5 sta dilagando velocemente: basti pensare che lo scorso 15 maggio questa variante rappresentava 63,5% dei casi positivi.
Quali sono i sintomi
In un’intervista rilasciata a Money.it parlando dei sintomi delle nuove sotto-varianti, il primario di Infettivologia di Tor Vergata Massimo Andreoni ha spiegato:
“Si è cercato di definire i sintomi di ognuna, ma non c’è una differenziazione così netta. Sicuramente ci sono stati sintomi più presenti e meno presenti. All’inizio della pandemia prevaleva la perdita di gusto e olfatto, mentre Omicron interessa soprattutto le altissime vie respiratorie. Dunque i sintomi più frequenti sono mal di gola e raffreddore. C’è un minor interessamento delle basse vie respiratorie”
Omicron5, stando ai dati, presenta un’elevata capacità di reinfettare le persone contagiate nei mesi precedenti. A rischio contagio anche i guariti da poco tempo.
Gli esperti, dunque, ci invitano a non abbassare la guardia sebbene il Covid-19, ora che le misure sono state allentate, ci sembri solo un lontano ricordo.
Leggi anche: Omicron e Long Covid: ecco tutti i disturbi dopo la malattia, chi è a rischio