“Casa dolce casa” si usa generalmente dire ma non certo in questo caso. Una famiglia romana, residente all’Eur, è stata costretta a portare in Tribunale i propri vicini dopo anni di comportamenti persecutori nei loro confronti. Per loro tornare a casa, magari dopo una giornata di lavoro, era diventato un incubo: musica assordante – a tutte le ore del giorno e della notte – atti di vandalismo mirati, dispetti, il tutto per rendergli la vita in possibile. Ma adesso i dirimpettai molesti dovranno difendersi in Tribunale.
Stalking condominiale all’Eur
Secondo gli inquirenti chiamati a far luce sulla vicenda potrebbero configurarsi tutti gli estremi per il reato di stalking condominiale. Sul banco degli imputati finisce così un’intera famiglia, padre, madre e figlio (20enne, ndr) accusata di aver tenuto comportamenti persecutori verso i vicini.
Di che tipo? Oltre alla già citata musica a tutto volume, come ricostruisce oggi il Messaggero, i vicini avrebbero riempito il balcone di rifiuti ed escrementi, tagliato i fili del citofono, suonato delle rudimentali batterie nelle ore pomeridiane “tali da impedire il riposo”, come si legge negli atti. Nelle vittime si era generato pertanto un “profondo stato d’ansia” e anche un “timore per la propria incolumità”.
Vicini molesti a Roma a processo
Adesso dovrà essere allora un Giudice a dirimere la questione dato che la diplomazia tra le due famiglie non ha certo funzionato, anche perché l’inizio di questa storia risale al 2017, ovvero ben 5 anni fa. Ma dato che le lamentale non sono servite la famiglia vessata, presunta tale chiaramente fino alla sentenza, ha deciso di sporgere denuncia rivolgendosi ad un avvocato.
Il precedente
Storie di questo genere non sono di certo nuove a Roma. Lo scorso anno ad esempio una vicenda simile si era verificata nella zona di Tor Tre Teste e in quel caso i due stalker condominiali erano stati addirittura arrestati dai Carabinieri a causa dei loro comportamenti persecutori. In quel caso uno dei figli della famiglia oggetto delle vessazioni, esasperato, era dovuto fuggire all’estero pur di ritrovare un po’ di tranquillità.