Alti o bassi… tutti con la monnezza fino al naso, i quartieri di Roma. Lo dimostrano ogni giorno le foto e i video postati sui social dagli abitanti delle “zone bene” della città da tempo sull’orlo di una crisi di nervi. “L’Ama ha omologato verso il basso tutti i quartieri di Roma”, scrive Sandra su Facebook. Ma più delle parole, sono le immagini a inchiodare ancora una volta l’inefficienza dell’Azienda addetta alla rimozione dei rifiuti e l’incapacità di politici ed amministratori a gestire l’annoso e spinoso problema. “Chiunque muova critiche all’Ama si sente rispondere che l’azienda si trova sotto organico, manca di mezzi moderni e funzionali e, aspetto non certo irrilevante , nessun impianto dove sversare i rifiuti – dichiara Massimiliano – Al netto poi di problematiche oggettive come l’assenza di impianti e mezzi, si aggiunge la carenza cronica di personale e la grave piaga dell’assenteismo…”
Hanno fatto il giro del web in questi giorni le immagini della Cassia, in particolare al civico 701 e in Via Manfredi Azzariti. Ma proprio quando alcuni cittadini avevano deciso di comune accordo di sporgere querela nei confronti dei vertici dell’Ama e della Giunta capitolina, ieri mattina sono arrivati i mezzi del Comune a scaricare recinzioni. Quelle che dovrebbero “dividere” i rifiuti dai…cinghiali! L’ennesima “pezza” dell’Amministrazione capitolina per arginare un fenomeno divenuto nel tempo ingestibile. I commenti di residenti e animalisti sono stati i più vari. Non è così che si risolve il problema della monnezza a Roma. E neppure l’inurbamento della fauna selvatica che sta causando non pochi problemi ai residenti. Ma anche agli stessi animali che sono diventati loro malgrado il capro espiatorio di politiche scellerate tramandatesi di legislazione in legislazione. “Quando sono arrivata qui, in via Panattoni, tre anni fa circa, era pure peggio – dichiara Laura – perché i cesti erano ancora quelli di rete metallica. I secchioni sono stati messi solo nell’ultimo anno”. Ma sono in tanti a chiedersi quanto tempo ancora durerà questa emergenza.
Rosanna Sabella