Il numero dei contagi continua a salire nel Lazio (e a Roma) e la città studia le contromisure. Ne ha parlato oggi Pierluigi Bartoletti responsabile Regionale Unità Speciale di Continuità Assistenziale Regionale (Uscar) – al Messaggero: «Ad oggi seguiamo diversi cluster, spesso familiari con parenti che si sono contagiati tra loro». Anche nelle scuole si è acceso più di un campanello d’allarme con alcuni Istituti che si sono dovuti confrontare con le prime positività al Covid-19 (20 studenti positivi in circa 30 scuole del nostro territorio, spiega stavolta Enrico Di Rosa, al vertice del Sisp dell’Asl Rm 1).
Attualmente, è opportuno precisarlo, il numero dei malati, così come quello delle terapie intensive è sotto controllo: i dati di ieri, in attesa dell’aggiornamento odierno, parlano di 521 ricoverati e 32 che necessitano di terapia intensiva. L’obiettivo, chiaramente, è quello di impedire che questo quadro possa aggravarsi e gli aumenti quasi sempre oltre le 200 positività in più giornaliere (martedì sono state 238, ndr) non possono far stare tranquilli.
Mini-locdown a Roma: l’ipotesi
L’ipotesi al vaglio è allora quello di procedere con zone rosse ristrette, una sorta di mini-lockdown per isolare i cluster più numerosi e i possibili contatti. Palazzi o strade da chiudere, aree cioè ben delimitate, per arrestare la diffusione del virus insomma. Intanto un aumento sensibile dei contagi è atteso – quando praticamente tutte le scuole avranno già riaperto – per la prima settimana di ottobre.