Roma. Attimi di terrore durante la notte del trascorso fine settimana in un Mc Donald’s di Via Tiburtina 1150. Due malviventi, a bordo di un potente scooter, utilizzando la rampa d’accesso posteriore, si sono avvicinati alla postazione dell’addetto alla consegna delle ordinazioni ed uno di loro, dopo aver estratto una pistola, ha colpito con il calcio la vetrata protettiva nel tentativo di infrangerla ed impossessarsi dell’incasso della serata.
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Gli impiegati non si sono fatti prendere dal panico e dopo essersi ritirati nel retro hanno avvisato la Polizia. Le “Volanti” intervenute hanno diramato le note di ricerca ed un equipaggio dei “Falchi” della Squadra Mobile hanno avvistato il TMax in fuga, mentre percorreva Via Tiburtina. Immediatamente è nato un inseguimento ad alta velocità, che ha interessato le arterie della zona est della Capitale, conclusosi in Via Prenestina, ove, nell’estremo tentativo di sottrarsi all’arresto, il conducente del motoveicolo si è schiantato contro un’autovettura in sosta.
Roma: lo schianto non ferma la fuga
Nonostante il violento impatto, i malviventi hanno tentato la fuga a piedi, ma P.D. veniva raggiunto e bloccato. Indosso aveva ancora l’arma utilizzata per compiere il reato, una pistola semiautomatica cal. 9 corto, con matricola abrasa e caricatore rifornito, mentre il complice riusciva a dileguarsi. Sul luogo del sinistro stradale giungeva anche una pattuglia della Polizia Locale Roma Capitale per i rilievi, mentre il malvivente, veniva trasportato al P.S. dell’Ospedale “S. Giovanni Addolorata”, per le cure del caso, a seguito delle lesioni riportate.
Il rapinatore, benchè ormai fermato, non desisteva dal colpire gli agenti dei “Falchi”, i quali erano costretti a ricorrere alle cure dei sanitari. Le verifiche eseguite dagli investigatori della Squadra Mobile hanno evidenziato inoltre che lo scooter utilizzato era provento di furto e che l’arrestato si trovava in regime di arresti domiciliari, in attesa di braccialetto elettronico e pertanto si era allontanato arbitrariamente dalla propria abitazione.
Su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, lo stesso è stato associato in regime di detenzione presso il già citato nosocomio, ove è tuttora piantonato. Sono in corso le indagini per risalire all’identità del complice sfuggito all’arresto.