Colonne di fumo nero visibili in più parti della Capitale, anche a chilometri di distanza, incendi frequenti, odore acre e insopportabile. Soprattutto per i residenti che da anni devono fare i conti con i roghi tossici dei campi rom. E tra sgomberi rinviati e promesse non sempre mantenute e rispettate nei tempi, i cittadini sono esausti.
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Il 12 novembre scorso a prendere fuoco è stata una discarica all’interno del campo nomadi in via Sebastiano Vinci: in fiamme elettrodomestici, materassi e materiale di risulta. Per non parlare poi degli incendi che ci sono stati a settembre nel campo rom del Foro Italico o di quelli che sembrano essere ormai un habitué di Castel Romano.
Eppure, i roghi tossici nei campi rom sarebbero diminuiti del 30% rispetto all’anno scorso. “Tra gennaio e ottobre di quest’anno, nei campi rom si sono verificati 122 episodi di incendi. Nello stesso periodo dello scorso anno erano stati 183. Abbiamo quindi assicurato un abbattimento del fenomeno di oltre il 30% nell’arco di 12 mesi. Un notevole miglioramento prodotto grazie all’attenta sorveglianza del territorio e al controllo costante sui veicoli in entrata e in uscita dagli insediamenti: le verifiche della Polizia Locale di Roma Capitale ha consentito di controllare quasi 18mila veicoli durante quest’anno. In questo modo sono stati bloccati i furgoni che trasportano illegalmente e scaricano i rifiuti che vengono bruciati. Nel campo di Salviati, sempre interessato dal fenomeno, il numero dei roghi si è azzerato grazie alla vigilanza H24 in collaborazione con i militari dell’esercito impegnati nel progetto ‘Strade Sicure’” – ha dichiarato la sindaca di Roma, Virginia Raggi.