Un candelotto con 3 dardi, un detonatore con molta polvere da sparo e una cinquantina di chiodi: tutto rinchiuso in un involucro di latta da un chilo. La tecnica degli sconosciuti che ormai da mesi stanno prendendo di mira il principe Marco Andrea Doria, ex delegato all’ambiente e ai rifiuti nel VI Municipio di Roma Le Torri, si è man mano affinata. Una bomba molto potente, quella messa a meno di tre metri dalla porta di casa di Doria questa mattina. E se l’ordigno fosse esploso, questa volta il danno sarebbe stato davvero enorme.
Pacco bomba scoperto dalla scorta
La bomba è stata scoperta dagli uomini della scorta. I poliziotti, come ogni mattina, hanno effettuato un giro di ricognizione nel giardino dell’abitazione di Marco Doria, a Roma nord, in zona Cassia. Dietro un albero, ben nascosto, gli agenti della Polizia di Stato della Questura di Roma reparto scorte hanno trovato un barattolo di latta sospetto. Immediatamente hanno chiamato gli artificieri. Sul posto sono intervenuti gli agenti della Digos, gli Artificieri, la Polizia Scientifica e i poliziotti del Commissariato Flaminio Nuovo.
All’interno del barattolo sono stati trovati un candelotto con 3 dardi e molta polvere da sparo. Inoltre c’erano almeno una cinquantina di chiodi. Un ordigno potente e pericoloso, posizionato a poca distanza dall’ingresso dell’abitazione di Doria. I rilievi sono durati quasi tutto il giorno, terminando alle 17:30. Poi è stata formalizzata la denuncia contro ignoti.
I precedenti: pacchi bombe e proiettili
Tre settimane fa, sempre a casa di Doria, un altro pacco bomba, stavolta esploso. Ignoti hanno lanciato un ordigno nel cortile di casa la sera del 26 gennaio, per poi scappare. La bomba è esplosa sotto la finestra della camera da letto, danneggiando il pavimento. In quel momento in casa c’era l’anziana madre di Doria, spaventata a morte dall’accaduto. Anche in quel caso l’ordigno conteneva chiodi ed esplosivo. Un altro episodio era accaduto il 4 gennaio, con un ordigno nascosto in giardino, trovato anche quella volta dalla scorta.
Andando a ritroso nel tempo, il 23 novembre un altro ordigno esplosivo era stato trovato sempre a casa di Doria. Quel giorno era stato rinvenuto e disinnescato dagli artificieri della Polizia di Stato un pacco bomba, posto sulla recinzione del muro di cinta dell’abitazione. Solo due settimane prima, il 7 novembre, un’altro ordigno era stato fatto esplodere all’interno del giardino. Qualcuno, infatti, lo aveva piazzato a pochi metri dall’entrata di casa, tra l’erba.
“Chi ha paura dell’uomo che denuncia le discariche abusive?”
“L’uomo che denuncia le discariche abusive ed i reati ambientali fa davvero così paura?”, si chiede Marco Doria dopo questo ennesimo attentato, l’ultimo di una lunga serie, che vede anche l’uccisione del suo cagnolino, con dei würstel pieni di chiodi. “Hanno anche sfondato la macchina della mia scorta sotto al Municipio. Mi sono arrivati proiettili per posta, anche usando una busta del Comune di Roma. Non so che altro devono fare”.
Roma, attentato al principe Marco Doria: lanciano un ordigno e scappano, esplosione fortissima