E’ di nuovo commozione e lacrime allo stadio Olimpico di Roma. In quella Roma giallorossa che da questa sera avrà un simbolo in meno: Daniele De Rossi.
Una società miope, che negli ultimi anni ha smantellato la squadra, vendendo i pezzi forti, lasciando in panchina i suoi giocatori migliori, ha costretto un altro Capitano a lasciare, questa volta non per restare come dirigente, ma per giocare con altri colori.
E l’addio a DDR sa un po’ di beffa, di presa in giro. Nessuno, tra i 60 mila dell’Olimpico, né tra i milioni di tifosi giallorossi, avrebbe voluto che accadesse, che una bandiera della Roma fosse costretta ad andarsene pur di non dover più elemosinare qualche minuto in campo.
18 anni nella Roma. 18 anni di vittorie e sconfitte, di amore infinito verso questa squadra.
Siamo tutti un DDR, questa sera. Dalla parte di chi è nel giusto, anche se costretto a piegarsi alla volontà di chi comanda, pur non avendo capito che il cuore di Roma, della Roma, è nei suoi simboli.
Dopo Totti, De Rossi. Di romano, romanista e con indosso sempre e solo la stessa maglia adesso abbiamo solo Alessandro Florenzi. Non ce ne voglia Florenzi, ma dovrà passare ancora molto, per farlo salire a livello dei due Capitani che lo hanno preceduto.
Dobbiamo dire “grazie” a Pallotta e alla A.S. Roma società per queste altre lacrime, per i risultati non raggiunti, per i sogni infranti.
Ma, malgrado tutto, Daniele De Rossi resta giallorosso. Nei nostri cuori, nel suo cuore, molto di più di tutta quella parte di società che di Roma e della Roma probabilmente non ha capito proprio niente.
Buona fortuna, Capitano.
(foto e video AS Roma official)
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