Ha prima disturbato i clienti di un bar sulla Portuense, poi si è avvicinato ad una giovane ragazza romana di 15 anni e ha cercato di violentarla. Un pedinamento per le strade di Trastevere e Testaccio, l’ha seguita fino a casa della nonna, l’ha toccata più volte e si è addirittura calato i pantaloni. Un pomeriggio da incubo quello che la giovane ha vissuto martedì scorso. Come riporta Il Messaggero, l’uomo – un ragazzo di 28 anni di origini somale in Italia da soli 4 mesi- è stato arrestato e condannato a quattro anni e quattro mesi con rito abbreviato con l’accusa di violenza sessuale aggravata.
I fatti
Il somalo, a cui è stato riconosciuto lo status di rifugiato politico ha prima disturbato i clienti di un bar a pochi passi da Porta Portese, poi la sua attenzione è andata a finire su una 15enne romana. L’ha seguita fino a casa della nonna, l’ha palpeggiata più volte e come se non bastasse si è anche abbassato i pantaloni. Sono state poi le urla della giovane a richiamare l’attenzione dei condomini. Sul posto sono poi intervenuti gli agenti della Polizia che hanno arrestato lo straniero con l’accusa di violenza sessuale aggravata vista l’età della sua vittima.
Il giovane somalo in aula si è dichiarato innocente e ha affermato di non aver violentato nessuno. “Mi sono abbassato i pantaloni perché dovevo fare pipi e la ragazza si è spaventata” – come riporta il Messaggero, è questo che il ragazzo avrebbe detto ai giudici per ‘giustificarsi’. Ora dovrà scontare la pena di quattro anni e quattro mesi e poi verrà espulso dall’Italia.