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Roma, ingegnere edile col “vizio” dell’arte: trafugava reperti dai cantieri, a casa un vero tesoro

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I Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale (TPC) hanno recuperato 60 importanti reperti archeologici di epoca etrusca e romana. L’importante recupero è il frutto di un’attività investigativa della Sezione Archeologia del Reparto Operativo del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, coordinata dalla dott.ssa M.B.B., della Procura della Repubblica di Roma. 

Ingegnere trafugava reperti dai cantieri. Ecco come è stato scoperto

I beni, frutto di scavi clandestini perpetrati in varie località italiane, sono stati individuati grazie all’esame della documentazione prodotta in sede di contenzioso civile da un ingegnere edile romano in pensione, il quale, nel tentativo di impedire che detti beni d’arte fossero assegnati alla controparte, si è praticamente autodenunciato. In particolare, le indagini dei Carabinieri del TPC hanno consentito di accertare che il professionista – nei cui confronti si procede per ricerca archeologica abusiva ed impossessamento illecito di beni culturali – nel corso degli anni, aveva accumulato numerosi importanti reperti archeologici, rinvenuti durante scavi per lavori edili eseguiti in tutta la Penisola.

Il tesoro

Effettivamente, l’ingegnere aveva accantonato, presso la propria abitazione nella capitale, un vero e proprio “tesoretto”, costituito da sessanta reperti archeologici, appartenenti ad epoca etrusca e romana, formato da: coppette, ciotole, brocche, balsamari, olpe, crateri con decorazioni, leikytos, kylix, teste fittili, lucerne, fibule in bronzo, rhyton in bronzo e, in particolare, un gruppo, apparentemente aureo, formato da: una coppa, un piattino, un vasetto, due bracciali, un contenitore cilindrico con coperchio racchiudente una lamina con iscrizioni etrusche. I beni, altissima espressione storico-scientifica del patrimonio culturale italiano, hanno una stima puramente commerciale valutata in circa un milione di Euro.
 
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