Incubo affrancazioni a Roma. Evelin Cucci ha venduto nel 2015 un appartamento, acquistato come socio dalla cooperativa che stava costruendo in convenzione su un terreno di proprietà di Roma Capitale, la “Edilizia Midicoop Europa Laurentina Prima”. Ma ancora da ottobre 2018 la nuova proprietaria le chiede la differenza tra il valore dell’immobile (più rivalutazione, interessi e spese legali) e quanto lo aveva pagato. Questo perché nel 2015 la sentenza a sezioni unite della Corte di Cassazione, la 18135, ha stabilito che per l’edilizia popolare il prezzo di vendita non può scegliersi liberamente.
Ora Evelin vorrebbe pagare l’affrancazione, vie d’uscita che proprietario o un ex proprietario può intraprendere per sbloccare il vincolo di prezzo massimo imposto dalle convenzioni stipulate tra Comune di Roma e cooperative costruttrici. Ma da quel momento lo uno scambio tra la signora Cucci e il dipartimento urbanistica non è andato a buon fine. Quando ha proposto una mediazione, né loro né il dirigente del dipartimento si sono presentati. E intanto continua a ricevere a cadenza di due o tre mesi lettere da parte della nuova proprietaria che le intima di pagare l’affrancazione.