Roma, prosegue il racket dei parcheggi abusivi. Un business in piena espansione che vede una mappa ben precisa: i nuovi parametri.
Settecento piazze in tutta Roma, più di 50mila euro al mese. Questo il racket dei parcheggi abusivi. Una continua salita fatta di interpreti, novità e casualità forzate. La situazione va gestita, ma soprattutto contestualizzata nel panorama della criminalità organizzata. Seguendo la mappatura dei parcheggi abusivi, è possibile risalire alla descrizione degli equilibri contemporanei del malaffare. Una montagna da scalare, ma questa “bussola” fornisce le basi da cui partire: dall’Eur al Verano.
Un’intelaiatura organizzata che coniuga diverse zone con altrettante divisioni e organizzazioni. Ecco perchè ancora si parla di “Roma meticcia”. Sono in tanti, e da più parti del mondo, che afferiscono in questo business. Le organizzazioni criminali che gestiscono tutto questo, dagli ultimi rilevamenti, sarebbero due: una gestita da cittadini italiani e l’altra da nordafricani. Una “torta” equamente divisa che passa per le zone della movida locale fino ai quartieri dove ci sono ospedali e uffici.
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Roma, parcheggi abusivi: il racket raddoppia nella Capitale, i numeri del business
Si subaffittano le aree di parcheggio a 20 euro l’ora di base, un’escalation che non trova pace: l’offerta c’è perchè la domanda aumenta. Poi il mercato si crea: San Camillo, Bambino Gesù, policlinico Casilino, policlinico Tor Vergata, Fatebenefratelli Isola Tiberina. Queste le zone di maggior interesse. Italiani, nordafricani, anche qualche albanese e romeno. Tutti uniti per un’unica gestione condivisa. Le ore diurne sono quelle di maggior incasso, ma poi c’è la movida.
Non solo locali: il peggio, in termini di competizione fra le varie “organizzazioni”, avviene in prossimità di concerti o manifestazioni pubbliche. Lì c’è una vera e propria corsa alla conquista delle zone: una Legge non scritta che serve a determinare i possidenti. Anche per questo nella Capitale si registrano scontri di vario genere. Il parcheggio abusivo frutta il 7,5% dei guadagni di un’organizzazione criminale. Chi riesce a metterci le mani non è ricco, ma determina il potere per una buona fetta.
Non si tratta di guadagni come quelli che possono essere fatti dallo sfruttamento della prostituzione o del gioco d’azzardo, ma stabiliscono un’egemonia territoriale. L’aspetto che interessa di più in taluni casi. La Polizia Locale ha organizzato delle vere e proprie task force per annientare il problema alla base. Non è semplice: la Capitale è grande, la richiesta si moltiplica e il giro d’affari fa gola. 90mila euro di sanzioni fino a questo momento, ma è solo la punta di un iceberg ben più profondo.