‘Ettore è stato trovato morto, nel suo letto, da solo, invisibile agli occhi di un quartiere intero, con il suo telefono cellulare sul comodino; telefono che si è sempre rifiutato di utilizzare. Il giorno del suo funerale non si è presentato nessuno’. A raccontare la storia dell’anziano Ettore è la Caritas Diocesi di Roma che l’ha conosciuto il 26 febbraio scorso, poco prima dell’inizio del lockdown a causa dell’emergenza Coronavirus. ‘Durante quell’incontro ci ringraziò della visita ma ribadì più volte di non avere bisogno di nulla e di essere in grado di cavarsela da solo. Non ci siamo arresi e la settimana successiva l’operatrice Simona è tornata da lui e l’ha convinto a riordinare casa insieme. Era contento di vederla; finalmente qualcuno nella sua vita, nonostante avesse un carattere scontroso e introverso e preferisse girovagare per il quartiere in libertà‘. Poi – prosegue il racconto – ‘Durante il periodo del lockdown abbiamo continuato ad andare a casa sua, anche se spesso, nonostante girassimo in lungo e in largo il quartiere, non riuscivamo a trovarlo‘.
Roma, il dramma della solitudine. Nessuno si accorge della morte di Ettore
Il 10 giugno scorso la tragica scoperta: Ettore è stato trovato morto, da solo, nel suo letto. ‘Il 10 giugno Simona, come di consueto, è andata a casa sua e ha più volte citofonato, l’ha cercato per il quartiere ma nessuno sembrava vederlo da giorni. Ci siamo allarmati anche se tutti, compreso il portiere dello stabile, continuavano a sminuire la sua “assenza”. Ettore è stato trovato morto (…). Come ha detto Papa Francesco durante l’Angelus “La solitudine degli anziani, lasciati soli, come se fossero materiale di scarto, è un grande male dei nostri tempi in cui la vita dei figli e dei nipoti non si fa dono per loro”. A noi – conclude la Caritas Diocesi di Roma – Ettore piace ricordarlo così, mentre si prende cura della sua casa, nell’ottica di relazione che è cura’.
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