Ancora occupazioni abusive a Roma, stavolta in via Carlo Errera, in zona Pigneto. Vittima, questa volta, il signor Francesco, il quale da tempo non riceve più l’affitto dagli inquilini. Non solo: affittato come negozio, il locale è stato trasformato in abitazione. A segnalare il caso è stata in un post il consigliere della Lega alla Regione Lazio Laura Corrotti.
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Non pagano l’affitto e trasformano il locale in abitazione: il fatto
Il signor Francesco, proprietario del locale, lo affitta a una coppia di inquilini: soci in affari oltre che compagni nella vita. Tutto regolare, niente di strano, almeno fino a un anno fa. Questo il tempo intercorso, infatti, da quando gli inquilini hanno pagato l’ultimo affitto. Sicuramente il COVID ha creato problemi alle varie attività lavorative, ma qui arriva il colpo di scena: l’immobile, da che era affittato come locale commerciale, viene trasformato in un’abitazione «con abusi edilizi annessi».
Non solo: uno dei due “inquilini” parrebbe essere agli arresti domiciliari, elemento segnalato sulla serranda fuori dal negozio. Il proprietario dell’immobile dichiara di essersi già mosso denunciando il tutto alle autorità competenti, e afferma di volere, semplicemente, rientrare in possesso della sua proprietà.
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La piaga delle occupazioni abusive
Non è una vicenda nuova, numerosi i casi di occupazioni abusive di appartamenti o immobili di altra natura nel nostro Paese- Le segnalazioni sembrano essersi moltiplicate dopo la vicenda di Ennio Di Lalla. Tante anche le domande in proposito, per questo abbiamo pubblicato un articolo su ciò che, secondo la legge, si può fare quando si è vittima di occupazioni abusive. Molta anche la rabbia dei cittadini che dichiarano inique le leggi al riguardo e che non tutelano davvero le vittime. Eclatante anche la storia di Anna e Marco, la coppia che comprarono casa dal Tribunale, il quale assicurò che fosse libera: peccato che, invece, un’altro Tribunale, quello penale, ci avesse condannato una donna agli arresti domiciliari per ben 9 anni, con la grave accusa di istigazione alla prostituzione e riduzione in schiavitù con riti woodoo anche di ragazze minorenni.