Non c’è stato nessun furto all’Ospedale San Camillo e nessun ladro tra le corsie. Lo specifica il direttore generale dell’azienda, Fabrizio D’Alba. Questo perché nei giorni scorsi la figlia di un paziente deceduto presso il nosocomio aveva sporto denuncia convinta che al padre avessero rubato degli oggetti personali. Ma, ecco che ora arriva il chiarimento del direttore generale. Alla base di tutto ci sarebbe un grave ed imperdonabile errore umano: un problema di comunicazione tra i reparti. Gli oggetti dell’uomo deceduto non sono stati rubati come inizialmente si era ipotizzato, ma sono ben custoditi in una cassaforte dell’azienda.
Roma, furto al paziente morto al San Camillo: era tutto un equivoco, ecco come è andata
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“Non c’è stato nessun furto, nessuna appropriazione di beni personali appartenuti ad un paziente deceduto, nessuno “sciacallo” che si aggira per i nostri reparti. In relazione a quanto denunciato dalla figlia di un nostro paziente deceduto in terapia intensiva al quale sarebbero stati rubati gli oggetti personali, posso affermare che si è trattato di un grave ed imperdonabile problema di comunicazione tra i coordinatori infermieristici dei due reparti dove l’uomo è stato ricoverato. “Nessun furto ma un errore umano – spiega il Direttore Generale – come evidenziato dell’inchiesta interna. Gli oggetti personali dell’uomo infatti sono a tutt’oggi qui, custoditi nella cassaforte dell’azienda. Un luogo “ad hoc” dove vengono depositati gli oggetti di valore dei pazienti che transitano nel Pronto Soccorso e nei reparti di degenza. Su questo episodio in particolare – aggiunge il Direttore d’Alba – ho ritenuto doveroso telefonare alla figlia dell’uomo per scusarmi a nome dell’Azienda per avergli causato un dolore supplementare a quello già grande ed immenso causato dalla perdita di una persona cara”.