“Dotto’, mò che m’ha tradito?”. Dopo l’ennesimo colpo in carriera messo a segno all’interno di uno studio medico di via Anapo, nel quartiere Trieste, M.G., siciliano, 65 anni compiuti, così si è rivolto agli agenti che lo hanno prelevato dal suo appartamento e condotto presso gli uffici del commissariato Vescovio dove, una volta accertata la sua identità, è stato denunciato con l’accusa di furto.
Roma, furto in uno studio medico nel quartiere Trieste
I fatti risalgono al mese dell’agosto scorso. L’uomo entra in un condominio del lussuoso quartiere e dopo aver prelevato un mazzo di chiavi dalla guardiola della portineria si dirige direttamente verso l’uscio di ingresso di uno studio medico al pianterreno. Con le chiavi appena prelevate apre la porta, si introduce all’interno e una volta aperti tutti i cassetti e le ante dei mobili presenti nelle varie stanze del laboratorio, si impossessa di due computer portatili, di due bottiglie di vino pregiato e di una penna di un famoso marchio italiano.
Messo il bottino in una borsa, si allontana dal posto come se non fosse successo nulla e fa perdere le proprie tracce. Ad inchiodarlo, dopo la denuncia sporta dai proprietari dello studio medico, le telecamere di sorveglianza a circuito chiuso installate nell’edificio. Gli investigatori del Commissariato Vescovio infatti, diretti da Manuela Rubinacci, visionate le immagini le hanno comparate con altre in loro possesso e hanno smascherato il malvivente che, una volta messo al corrente del motivo per il quale lo stavano cercando, oltre ad aver manifestato stupore per essere stato identificato, ha tenuto ad informare i poliziotti della bontà del vino contenuto nelle bottiglie rubate; poi, confessato il furto, si è lasciato andare ad un esternazione di scoramento confessando agli agenti che forse era giunta l’ora di “andare in pensione”.