Sono stati arrestati questa mattina a Roma due fratelli, entrambi titolari di due officine meccaniche per la riparazione di veicoli industriali, perché ritenuti responsabili di violazione di sigilli e reiterano inquinamento ambientale.
Officine meccaniche: eternit e sversamenti illeciti, arrestati 2 fratelli
Questa mattina, i Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Roma, hanno eseguito due misure cautelari agli arresti domiciliari – emesse dal GIP del Tribunale di Roma su richiesta della locale Procura della Repubblica – nei confronti di due fratelli D.B.., 70enne, e D.G., 65enne, entrambi titolari di due officine meccaniche per la riparazione di veicoli industriali ubicate nella capitale in via della Pisana, poiché responsabili di violazione di sigilli e reiterato inquinamento ambientale.
Nei confronti dei predetti, i Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro, unitamente agli Ispettori del Lavoro dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Roma, avevano avviato nel settembre u.s. un’attività investigativa originatasi a seguito di precedente controllo finalizzato alla verifica delle misure di contenimento “COVID 19”, che ha portato poi al sequestro preventivo delle due officine meccaniche avvenuto il 3.11.2020 -emesso sempre dalla stessa A.G. – poiché era stato accertato che i due fratelli, nell’esecuzione della loro attività, sversavano continuamente oli sintetici esausti nei pozzetti di raccolta delle acque e nel terreno circostante le officine, con conseguente inquinamento delle acque, del suolo e del sottosuolo adiacente. Inoltre, sempre nel corso delle stesse indagini, veniva accertato che gli stessi procedevano all’attività di smaltimento illecita, previa rottura e decomposizione, di lastre di eternit, le cui polveri costituivano grave pericolo per la salute dei lavoratori e delle persone che si trovavano in tale area, oltre al fatto che sul luogo di lavoro le due componenti ispettive avevano anche rilevato condizioni igieniche disastrose, mancato rispetto delle normative antinfortunistiche, la fittizia formazione del personale, nonché la ritardata regolarizzazione dei lavoratori avvenuta solo dopo anni di lavoro irregolare, peraltro effettuato in regime di sfruttamento.
Il provvedimento restrittivo notificato questa mattina, è quindi scattato poiché i prevenuti si sono dimostrati refrattari al precedente sequestro e privi di scrupolo verso l’ambiente, la salute pubblica e verso i propri dipendenti. I medesimi, come dimostrano le immagini video e fotografiche acquisite dai Carabinieri nel corso della seconda fase investigativa, dopo aver violato l’area sequestrata, hanno continuato a sversare nei pozzetti e sul terreno circostante, copiose quantità di oli esausti e altre sostanze inquinanti, mettendo a rischio la salute e l’incolumità fisica dei lavoratori, la salute dei cittadini, nonché compromettendo irreversibilmente l’ambiente, attraverso l’inquinamento delle falde acquifere.