Strade piene di rifiuti, ma non solo: anche discariche abusive che spuntano improvvisamente in varie parti della città. Roma è ormai massacrata. Ma come nasce una discarica abusiva? E’ la domanda alla quale i GRE Lazio (Gruppi Ricerca Ecologica Lazio) sono riusciti a dare una risposta certa e documentata.
Riportiamo il reportage pubblicato sul sito ufficiale dei GRE Lazio all’indirizzo https://grelazio.blogspot.com/2019/05/ecco-come-nasce-una-discarica-abusiva.html con la speranza che si prenda consapevolezza di quanto questa ignobile prarica del gettare i rifiuti dove non si dovrebbe e potrebbe danneggi l’ambiente e il decoro della città.
“Come abbiamo censito, Roma è invasa da centinaia di sversamenti. Ma vi hanno mai mostrato la nascita di una discarica abusiva? Esatto, il giorno 0, quando qualche criminale decide di sversare calcinacci o elettrodomestici o vecchi mobili in un luogo più o meno fuori mano anzichè affidarsi al servizio gratuito che AMA e Roma Capitale offrono a tutti i cittadini.
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foto da Google Earth Pro |
L’assurdità, infatti, sta proprio nel fatto che l’alternativa sostenibile esiste, ma si preferisce inquinare e far sostenere alla collettività il maggior costo della bonifica.
Ma torniamo alla nostra nuova discarica… ci troviamo in via Collatina, probabilmente il civico dovrebbe essere il 460 (usiamo il condizionale perchè non ve n’è traccia in loco) ma siamo esattamente a ridosso del Grande Raccordo Anulare, nei primi metri del territorio del Municipio VI (
per localizzare su Google Maps clicca qui). Ad aprile del 2017 l’area, per quando non curata, non presenta significativi cumuli di rifiuti: tra l’altro, oltre ad essere prospiciente a via Collatina la quale arteria viene attraversata quotidianamente da migliaia di veicoli, è anche l’accesso ad un rimessaggio per autoarticolati (nella parte bassa della foto è ben visibile il cancello).
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foto da Google Earth Pro |
A giugno del 2017 la situazione sembrerebbe essere ancora sotto controllo: forse anche grazie al clima siccitoso, la vegetazione si dirada e inizia a fare la comparsa qualche ulteriore rifiuto, ma tutto sommato è uno stato di “ordinario” abbandono non dissimile a migliaia di altri km di strade di periferia romana, un pò terra di nessuno. Di notte questo slargo è anche luogo di prostituzione, e chissà che il via vai connesso a questa pratica illegale ed immorale non contribuisca comunque a preservarlo dai crimini ambientali.
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foto da Google Earth Pro |
Ad aprile 2018 ancora nulla di nuovo. Forse però qualche maggior accumulo di rifiuti lungo il sentiero ben visibile sul lato destro della foto che conduce ad un vicino piccolo accampamento abusivo è cattivo presagio di una situazione che da lì a poco sarebbe cambiata radicalmente. L’estate 2018 segna infatti anche la fine del rimessaggio realizzato a ridosso della rampa di servizio ANAS utilizzata per l’accesso al GRA ma non aperta alla pubblica viabilità: la zona non viene più attraversata dagli autoarticolati e si avvia ad una progressiva desertificazione che ne fanno il luogo “ideale” dove liberarsi di ciò che non serve o non può essere portato altrove.
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foto da Google Earth Pro |
A settembre 2018 la situazione appare drammatica: dal cancello fin quasi alla stessa via Collatina è una distesa di rifiuti di ogni sorta. Il luogo inizia ad essere infatti utilizzato in maniera continuativa per sversamenti più o meno estesi, ed il fatto che vi sia degrado sembra essere quasi un messaggio subliminale per altri inquinatori affinchè lo scelgano per compiere i medesimi reati.
Nonostante la via Collatina continui infatti ad essere trafficatissima, il senso di impunità diffusa induce gli “sversatori” ad operare ad ogni ora del giorno anche senza adottare le precauzioni: agli “operatori” edili si aggiungono gli impiantisti, i trasportatori di elettrodomestici, e sicuramente qualche privato cittadino evidentemente incredulo per la possibilità di sbarazzarsi di quel divano o quella roba vecchia senza dover raggiungere l’isola ecologica di Ponte Mammolo.
E così arriviamo a maggio 2019, e la situazione è ormai raccrapicciante a tal punto che, anzicchè commentarla, preferiamo mostrarvela direttamente attraverso i rilievi fotografici operati dai volontari dei Gruppi Ricerca Ecologica e che in esclusiva vi mostriamo: