Una conferenza stampa, quelle del pre-partita dell’ultimo match di campionato, Roma-Genoa, imperniata su Francesco Totti. La sua ultima volta in campo con maglia giallorossa, un pensiero che fa piangere e disperare i tifosi – accorsi a centinaia a Trigoria per l’ultimo allenamento di questo campionato. Ma la Roma, rimarca il mister Luciano Spalletti, non è solo Totti. E la festa domani potrà esserci solo se si conquistano i tre punti e con essi il secondo posto e l’accesso diretto alla Champions League. “La Roma deve vincere, non ci dobbiamo accontentare se ha vinto Totti, lui di titoli e successi ne ha portati a casa tanti. Ma lui da solo non basta, altrimenti non saremo qui a dire che la Roma non ha vinto niente”.
La società intanto omaggia il suo simbolo: domani i tifosi potranno avere gratuitamente uno speciale match program dedicato a lui.
Ma parliamo della partita di domani. “Le insidie – spiega Spalletti – sono sempre le stesse: che la testa venga portata su un altro tipo di attenzione, ugualmente bellissimo, lucentissimo e importante, e così si perda di vista l’obiettivo primario, che è la vittoria contro il Genoa. Che festa sarebbe se non ci fossero i tre punti?”.
Se si guarda al campionato, ecco in cosa è cresciuta la Roma. “Di vittorie ce ne sono state tante, anche qualche sconfitta, ma la cosa fondamentale è di aver usato la strategia che ogni volta si riparte da zero. Quando ti abitui a vincere aumenti il tuo ego e spesso succede che il pensiero diventi un ‘io’ piuttosto che un ‘noi’. Invece per vincere c’è bisogno di un ‘noi’. Questo ripartire da zero è stato fondamentale, perché non abbiamo mai preso imbarcate. Abbiamo perso partite fondamentali e non ce le dimentichiamo, però, dopo quelle riesci a organizzare una reazione. In quelle che vinci è più difficile farlo, perché rischi di ammorbidirti. Il ripartire da zero è stata la qualità di questa squadra”.
Ma adesso che siamo alla fine, tutti gli occhi sono puntati sul Capitano. Giocherà l’intera partita? “Francesco – ha risposto Spalletti – giocherà un bel pezzo di partita, il pezzo più importante”. Ma che significa per lei aver allenato un campione e un simbolo come Totti? “Sono stato fortunato, perché ho avuto la possibilità di apprezzarlo non solo durante le partite, ma anche di vedere la qualità del suo piede e delle sue giocate, anche se a volte mi sono accorto in ritardo delle sue intuizioni geniali. L’ho visto segnare tante volte e tra i suoi gol molti potrebbero essere messi in fila come quelli più belli in assoluto. Riguardo al suo futuro, c’è da vedere quello che sarà il suo sentimento e cosa gli dice di fare. Lui ancora si deve esprimere, vorrei sentirlo a parlare e vorrei sentirlo contento per la sua prossima decisione”.
Il match di domani. “Bisogna arrivare in fondo, in questa partita c’è tutto quello che stiamo cercando da un anno: siamo a un passo, dipende da noi e non dobbiamo sbagliare nulla. I tre punti sono fondamentali per far venire bene questa festa, altrimenti la festa ce la fanno gli altri. Il Napoli gioca un bel calcio e non mollerà fino all’ultimo, come abbiamo fatto noi lo scorso anno. Ma la nostra è una squadra fortissima, che qualche volta ha perso, ma che non ha mai tradito. Di questi calciatori ci possiamo fidare, questa è una squadra da Roma”.
Qual è il pensiero che la lega maggiormente a Totti? “La sua personalità. Una qualità fondamentale per un giocatore, oltre alla velocità, la tecnica e la fisicità, è il carattere. Quando sei in una situazione in cui tutti ti fanno sentire scomodo, prendi e fai vedere la cosa contraria: qui comando io, datemi la palla sui piedi che faccio io. Questo lui lo ha fatto, lo sa fare, è diventata una qualità importantissima per i risultati della squadra. Ci sono però stati momenti in cui non ho condiviso le sue prese di posizione, qui siamo colpevoli tutti perché l’abbiamo creato noi questo grandissimo calciatore che può ricoprire qualsiasi situazione che lo riguardi, o qualsiasi cosa di cui si parli, perché è Totti”.
E qui trapela un po’ di polemica. “Ha molte qualità, ma in qualcuna deve fare profondità, conoscere meglio. Essere capitano di una squadra vuol dire donare tutto quello che hai agli altri e lui lo ha anche fatto, ma poi agli altri non è arrivato lo stesso messaggio, anche per colpa nostra. È stato messo davanti, magari anche annullando la qualità di altri calciatori, e questo non è un bene per la squadra. La Roma deve vincere, non ci dobbiamo accontentare se ha vinto Totti, lui di titoli e successi ne ha portati a casa tanti. Lui da solo non basta, altrimenti non saremo qui a dire che la Roma non ha vinto niente e quindi dentro ci sta anche il comportamento di Totti perché dei numeri importanti li ha fatti. Non c’è solo la chiave di lettura che nello spogliatoio ce l’hanno con me, ce ne sta anche un’altra. Dopo questo discorso voi direte che io ce l’ho con Totti. In un campionato lui sbagliò sei rigori di fila. Tutte le volte i giornali titolavano che Francesco avrebbe detto: “Il prossimo lo tiro io”. Secondo me con un calciatore che sbaglia tre calci rigore si può cominciare a parlare del fatto di cambiare. L’allenatore ha a che fare con 20 calciatori, non con uno solo.Se ne avessimo segnati di più, di rigori, può darsi che i conti sarebbero stati diversi, alla fine. In quel momento quella cosa mi andò poco bene, ma se poi non trovi il calciatore che vuol battere i rigore al posto di Totti diventa una presa di posizione difficile. Totti è un dono che è stato fatto a chi ama il calcio e che tutti hanno potuto usare e vedere, gli vogliamo tutti bene. Poi ogni tanto viene usato per altri scopi”.
Ma Spalletti, dopo Roma-Genoa – andrà davvero all’Inter?
“Intanto penso a domani. E domani farò il massimo per vincere. Bisogna remare tutti nella stessa direzione, che è quella di fare più grande la Roma e adesso l’attenzione è su questa partita, non su quello che ci sarà dopo”.
Quanto è difficile allenare a Roma, la Roma? In 14 anni saranno stati cambiati altrettanti allenatori, se anche lei se ne andrà. “Gli allenatori cambiano, sono cose che succedono. Fa parte della professione che facciamo. Non so se l’anno prossimo la Roma cambierà allenatore, ci incontreremo con la dirigenza in settimana. Domani bisogna dare spazio a Totti. Poi ci rivediamo lunedì o martedì e sarebbe bene anche con la società per dirci qualcosa, sennò si finisce a dire sempre le cose per sentito dire”.