Non gli sono bastati 5 anni in carcere per i reati di usura ed estorsione. Non appena uscito, dopo aver scontato la sua pensa, Z.B., 62enne, romano, conosciuto in zona Primavalle come “ceccopeppe” aveva ripreso la sua attività di usuraio. Messo alle strette dalla denuncia di una donna, è stato condannato ai domiciliari.
L’attività illecita ripresa
Ad accorgersi della ripresa della sua “attività” sono stati gli agenti del XIV Distretto Primavalle diretto da Tiziana Lorenzo. Dal racconto di alcuni testimoni, i poliziotti sono riusciti ad accertare che a metà luglio circa, l’uomo aveva fermato una donna in strada pretendendo la restituzione di un prestito fattole. Alle rimostranze della vittima Z.B. aveva iniziato a schiaffeggiarla minacciandola di morte insieme alla sua famiglia intimandole esplicitamente di restituire i soldi senza coinvolgere la polizia. Superando le sue iniziali paure la vittima, tuttavia, è riuscita a raccontare l’accaduto agli agenti dando il via a quella indagine – coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma – che ha permesso di sottoporre “ceccopeppe” alla nuova misura. Sulla base dei riscontri investigativi raccolti, infatti, il Giudice per le Indagini Preliminari ha emesso nei confronti del 62enne, indagato per usura, tentata estorsione e lesioni personali, un’ordinanza di applicazione della misura degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. L’ordinanza è stata eseguita dagli agenti nella giornata di ieri.