Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma hanno eseguito la confisca di aziende, immobili, un‘imbarcazione e rapporti finanziari, per un valore complessivo di quasi 4 milioni di euro, nella disponibilità di Gabriele TOCCHIO (classe 1960), imprenditore con precedenti per evasione fiscale e bancarotta fraudolenta.
Il provvedimento si pone a conclusione della vicenda giudiziaria nel corso della quale il Tribunale capitolino – Sezione Misure di Prevenzione ha disposto il sequestro – eseguito nel giugno 2016 – e la confisca di primo grado – operata nel febbraio 2018 – dei beni. La decisione è stata poi integralmente confermata dalla Corte di Appello di Roma ed è ora divenuta definitiva a seguito di pronunce della Corte di Cassazione.
Gli approfondimenti investigativi sono stati avviati su input del Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata nell’ambito di un’iniziativa progettuale volta a verificare l’origine e la consistenza del patrimonio riconducibile a soggetti condannati per reati economico-finanziari.
In tale contesto, gli accertamenti eseguiti dagli specialisti del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria e coordinati dalla Procura della Repubblica di Roma sul conto di TOCCHIO hanno consentito di delinearne il profilo criminale, caratterizzato dalla sua propensione alla commissione, nell’arco di un ventennio, di reiterate violazioni penali-tributarie nonché il suo coinvolgimento in episodi fallimentari oggetto di contestazione in sede giudiziaria, tanto da qualificarlo come soggetto “socialmente pericoloso” ai sensi del “Codice Antimafia”.
Come evidenzia il Giudice della prevenzione, «tutte le vicende poste in essere sono concretamente indicative di uno stile di vita volto all’arricchimento selvaggio, completamente sprezzante delle norme civili, societarie, fiscali e commerciali».
Le indagini economico-finanziarie condotte nei confronti del proposto e dei membri del suo nucleo familiare hanno fatto emergere un significativo patrimonio societario e immobiliare del tutto incongruente rispetto ai redditi lecitamente dichiarati e, in gran parte, occultato dietro lo schermo giuridico di un trust, verosimilmente costituito per eludere possibili misure ablative.
Per effetto del provvedimento di confisca lo Stato ha definitivamente acquisito:
- un trust con il relativo patrimonio, costituito, tra l’altro, da 3 unità immobiliari in provincia di Rieti;
- l’intero compendio aziendale di 3 società di capitali;
- un’imbarcazione di 24 metri;
- le somme disponibili su conti correnti.
L’odierna attività testimonia il costante impegno della Procura della Repubblica, del Tribunale e della Guardia di Finanza di Roma nell’aggressione ai patrimoni accumulati dalla criminalità.