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Roma. Cene e gelati gratis per non svolgere i controlli: 3 vigili rischiano 4 e 5 anni di carcere

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foto censurata della polizia locale a Roma tre agenti sono accusati di corruzione

Cene e gelati gratis al posto delle “bustarelle”. E’ questa l’accusa mossa contro tre agenti della polizia locale che avrebbero approfittato del loro ruolo per ricevere regalie (ma non solo) in cambio di rivelazioni di segreti d’ufficio. In pratica, per evitare che avessero controlli e multe. I fatti per i quali i tre vigili urbani vengono accusati risalgono agli anni 2013 e 2014. Le attività commerciali sono una gelateria, un ristorante e un B&B, tutti del centro storico di Roma. Gli accusati sono invece il 52enne Franco C. e altri due colleghi, il 50enne Fabio C. e il 41enne Alessandro E. 

Le accuse 

Secondo l’accusa, i vigili si sarebbero messi a disposizione dei commercianti per evitare che ricevessero le multe. Così facendo sarebbero stati violati “i doveri inerenti alle funzioni o al servizio” considerando la rivelazione di “notizie d’ufficio che dovevano rimanere segrete“. In altre parole i caschi bianchi li avrebbero avvisati infatti per tempo dei controlli che sarebbero arrivati, in modo che avessero tutto a posto.

In cambio, avrebbero ricevuto gratis le cene nel ristorante e coni e coppette nella gelateria. Per questo ora rischiano una condanna: l’accusa chiede cinque anni di reclusione per Franco C., per corruzione e rivelazione di segreti di ufficio, e quattro anni per corruzione per gli altri due colleghi, il 50enne Fabio C. e il 41enne Alessandro E. con quest’ultimo che avrebbe accettato anche la somma di duecento euro dai titolari di uno dei locali coinvolti nella vicenda.

I locali coinvolti e il processo

I Locali coinvolti si trovano tutti nel centro storico di Roma, tra piazza di Spagna e Fontana di Trevi. Il primo dei controlli finito sotto la lente d’ingrandimento dell’accusa sarebbe stato previsto per l’aprile 2013 al ristorante, il secondo nel maggio dello stesso anno al bar e infine a settembre per quanto riguarda la struttura ricettiva. Adesso dovrà essere il Giudice a stabilire se le accuse mosse siano fondate o meno.

 

 

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