Polemiche oggi a Roma sul capitolo riguardante l’assegnazione delle case popolari ai rom. Il noto quotidiano romano Il Messaggero ha diffuso la notizia che il Sindaco della Capitale Virginia Raggi avrebbe pensato all’edilizia residenziale pubblica quale soluzione per il dopo campo nomadi. Una carta, insomma, da affiancare a quelle già giocate, o tentate, in passato: dal “bonus casa”, poco meno di 1.000 euro per mandare in affitto i rom, ai rientri volontari assistiti nel paese d’origine con tanto di «buonuscita» come fatto nel caso del Camping River smantellato l’estate scorsa.
Ma se nel primo caso non si sono trovati proprietari di immobili disposti ad affittare le abitazioni ai nomadi, nel secondo appena 6 famiglie nella Capitale hanno deciso di accettare la proposta (e il cospicuo assegno) del Comune. E dunque, continua il giornale romano, la nuova soluzione potrebbe essere quella di assegnare le case popolari agli occupanti degli insediamenti da chiudere entro nel 2021. Secca la smentita del Campidoglio: «Le due cose non sono assolutamente collegate».
Emergenza campi nomadi: tra strutture da chiudere e poche soluzioni efficaci
Il compito è dei più ardui. Due anni di tempo, che si aggiungono però a quelli già trascorsi, per superare i campi rom della Capitale. Dal più grande, Castel Romano, alle porte di Pomezia con i suoi 1.000 e più abitanti, a quelli della Barbuta (Ciampino) e Monachina (Aurelia). Totale: oltre 1.600 persone alle quali trovare una sistemazione. Ecco allora venire al nodo della questione: sono le case popolari la soluzione scelta dall’amministrazione capitolina? I numeri li snocciola ancora Il Messaggero: «I primi cinque appartamenti sono già stati assegnati» e ulteriori 20 famiglie rom sarebbero state ammesse in graduatoria.
Case popolari ai Rom, la replica del Campidoglio
Campidoglio, il Piano superamento dei campi rom non prevede assegnazione alloggi popolari. E’ questa la replica dell’amministrazione al caso scoppiato oggi. «L’assegnazione degli alloggi di Edilizia residenziale pubblica segue la normativa vigente e non è connessa, in alcun modo, con il Piano per il superamento dei campi rom», precisa il Comune. «L’assegnazione avviene infatti sulla base dello scorrimento delle graduatorie e dei requisiti legati a ogni domanda. Non esiste e non può quindi esistere alcuna strategia in materia: gli alloggi vengono assegnati esclusivamente agli aventi diritto, così come regolato e previsto da apposite norme. Si tratta di una procedura valida per tutti i cittadini, senza alcun trattamento ad hoc legato alla provenienza etnica e geografica. Ogni domanda viene quindi valutata con le stesse modalità e sulla base dei requisiti riscontrati si viene ammessi o meno alla graduatoria, con relativo punteggio. In questo modo l’assegnazione è garantita esclusivamente agli aventi diritto».