Una storia davvero terribile. Una tragedia consumatasi lentamente negli anni e che ha avuto come epilogo il suicidio di una donna di soli 41 anni. Vessata dal compagno violento: insulti, minacce, fino alle aggressioni fisiche andate in scena per oltre 15 anni di storia tormentata. Quindi la forza di denunciare quel compagno, un romano coetaneo della donna, un tempo amato, ma che nemmeno l’arrivo di un figlio aveva cambiato. E poi la depressione: troppo forte, tanto da spingere la donna a togliersi la vita.
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Ora l’uomo è a processo e secondo l’accusa si sarebbe reso responsabile per anni «di atti di violenza psicologica», anche in presenza del figlio minore, imponendo un regime familiare «improntato alla prepotenza, alla prevaricazione e all’umiliazione, incompatibile con normali condizioni di esistenza». In pratica sarebbe stato lui a causare nella donna quel profondo stato di depressione.
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Nel 2017 la donna trova la forza di denunciare il compagno e di lasciarlo. Ma qualcosa in lei ormai si era rotto: a distanza di un mese la decisione di compiere l’estremo gesto, ponendo fine alla sua vita. La coppia si era conosciuta nel 2000 e, dopo una decina di anni di convivenza, nel 2011, era nato il loro primo figlio.