“Ieri e’ deceduto l’ennesimo gatto a Muratella. Era stato sequestrato 20 giorni fa nello sgombero del campo rom Riva Ostiense, con lui salgono a cinque le vittime per terapie non eseguite”.
Così in una nota Emanuela Bignami, responsabile nazionale randagismo di Animalisti Italiani onlus.
“La storia piu’ eclatante – racconta Bignami – si e’ verificata una settima fa. Una volontaria aveva salvato una gatta che era stata investita sulla via Cristoforo Colombo, altezza Mezzocammino. Il felino da prima e’ stato trasportato in una clinica del Torrino per poi finire nella struttura comunale di punto di primo soccorsi gatti a Muratella dove hanno deciso di sopprimerlo per vescica neurologica”.
“Cercando sul sito del gattile sanitario – spiega Bignami – non c’e’ neanche il suo numero di matricola. Non e’ la prima volta che animali paralizzati appena arrivati al centro sanitario vengono immediatamente soppressi, senza richiedere consulti esterni. Quando Muratella veniva gestito da una associazione di volontariato animalista, esisteva una commissione etica che acquisiva i pareri di tutti i soggetti, valutava le richieste di eutanasia presentate dai veterinari della ASL Roma 3 e chiedeva consulti esterni prima di dare parere positivo alla soppressione”.
“Questa povera anima – ha fatto eco Rinaldo Sidoli, di Animalisti Italiani onlus – poteva e doveva vivere. Andava trasferita in una struttura adeguata con operatori capaci di premere la vescica a causa dell’abolizione della minzione riflessa. Gatti con questa patologia, con la precedente gestione, non venivano sottoposti a soppressione, per loro si attivava addirittura l’adozione del cuore”.
Conclude Sidoli: “Siamo stanchi di denunciare continui decessi. Troviamo inaccettabile che animali malati vengano curati senza protocollo e che soprattutto non vegano utilizzati i presidi sanitari. Cani e gatti sono costretti a condividere un unico settore dell’Asl sanitario, quando ci sarebbero gli spazi adeguati per specie e per patologie infettive”.