Scuola. La campanella suonerà per tutti la mattina del 10 gennaio. Questa è la posizione che sembra inamovibile del Governo, nonostante le continue pressioni esercitate dalle Regioni che la pensano diversamente. Queste vorrebbero infatti una procrastinazione della data, in attesa di un miglioramento generale delle condizioni. Lo spettro della Dad, poi, non viene minimamente presa in considerazione se non per motivi strettamente epidemiologici e solamente in casi straordinari di competenza regionale.
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Diritto allo studio e sicurezza
Del resto, il ministro Bianchi qualche giorno fa era stato abbastanza chiaro a riguardo, avendo dichiarato che a scuola si sarebbe tornati solamente in presenza, e questa, almeno per il momento, è la linea che su cui si sta investendo. Rimangono molti dubbi al momento, e il braccio di ferro è sostanzialmente tra il diritto allo studio in presenza per studenti che hanno già perso molto e l’impiego di una linea di sicurezza rafforzata. Al fine di evitare il peggio nelle prossime settimane.
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Nuove regole all’orizzonte per la scuola
Sono principalmente Regioni quali Marche e Campania a spingere per uno slittamento della didattica di almeno una settimana. Il loro obiettivo sarebbe quello di monitorare ancora per qualche tempo l’andamento della curva epidemiologica e capire come agire. Nel frattempo, nuove regole per la quarantena scolastica sono al vaglio, sopratutto in considerazione di un aumento significativo delle vaccinazioni anche tra i più piccoli. La richiesta sarebbe quella di prevedere nel caso di due studenti risultati positivi in una classe solo l’auto-sorveglianza di 5 giorni per i ragazzi vaccinati o guariti, più tampone a dieci giorni. Mentre la quarantena di 10 giorni con Dad e test al termine dell’isolamento sarebbe prevista per i non vaccinati. Se il numero di contagi in una classe salisse a tre, sarebbe la Asl competente per territorio a valutare provvedimenti da dovere mettere in atto e, nel caso, l’eventuale sospensione della didattica in presenza.