Tari 2022. La famosa, rinomata e famigerata Tari: la tassa comunale sui rifiuti, introdotta nel 2014 e finalizzata a coprire i costi di gestione per la raccolta e lo smaltimento degli stessi. La tassa in questione, ovviamente, è di competenza di chi si occupa del servizio, ovvero il Comune. Questi, di fatto, ha l’onere di gestire ed organizzare le attività in merito alla questione ed emanare contestualmente anche il regolamento tramite il quale vengono stabilite le tariffe da applicare.
Come usufruire delle riduzioni Tari
Attraverso l’ordinanza numero 5940 del 23 febbraio 2022, ecco che la Corte di Cassazione ha comunicato quali sono le situazioni in cui è possibile ottenere una riduzione della Tari per gli utenti che devono pagarla. Tra queste, sono comprese anche quelle le cui motivazioni derivano da una mancanza da parte del Comune stesso.
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Quali condizioni per la riduzione dell’imposta: la legge 147/2013
Partiamo, ovviamente, dal presupposto per cui la Tari deve essere pagata da chiunque detenga un immobile o un terreno. L’imposta si basa sulla superficie calpestabile e viene calcolata direttamente dal Comune.
La legge che regola il funzionamento del tutto è certamente la 147/2013, la quale nello specifico determina la condizioni in cui l’imposta può essere soggetta a riduzioni.
I casi previsti dalla legge
Nello specifico, stando all’articolo 1, commi 656 e 657, allorail contribuente può beneficiare di una riduzione della Tari in tali casi:
- nel caso di un mancato svolgimento del servizio nella misura: 20% della tariffa;
- nelle zone in cui la raccolta non è effettuata: 40% della tariffa.
- In aggiunta, è possibile richiedere anche una riduzione di almeno il 60% della tariffa se la raccolta è effettuata in una zona vicina, ma non è quella in quella in cui vive il contribuente. L’esempio più lampante sarebbe quello di una strada privata non delimitata o non raggiungibile da una strada pubblica.