In un’Italia che sta cercando di ritornare alla normalità e che sta virando verso la zona bianca – complice anche la campagna di vaccinazione che procede spedita – alcune attività ancora, dopo mesi, non hanno rialzato la saracinesca. Tra queste anche le discoteche che, dopo le polemiche dell’estate scorsa, non sono più ripartite. Ma ora che la bella stagione è alle porte i gestori sperano di poter accogliere nei locali i turisti (e non solo), sempre nel rispetto di tutti i protocolli di sicurezza.
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Riapertura discoteche a Roma e nel Lazio
Con tamponi e vaccini per l’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato, le discoteche possono ripartire. “Il 2 giugno la metà della popolazione del Lazio avrà ricevuto almeno una dose di vaccino. Ci avviciniamo ad avere le condizioni per andare verso la riapertura di questi settori, dalle discoteche ai concerti, sia all’aperto che al chiuso. Basta avere la testa. Ma quando parlo di “questi settori” non intendo la movida incontrollata. Penso che organizzando le cose in maniera tecnicamente valida, con tamponi e vaccini, come hanno fatto anche altri paesi, ad esempio in Spagna, non ci saranno particolari difficoltà” – ha affermato D’Amato sulle pagine del quotidiano La Repubblica. Ma c’è già una data orientativa per la riapertura delle discoteche nel Lazio? Molto probabilmente, si partirà – dati permettendo – a fine giugno: “Le associazioni che rappresentano la categoria hanno chiesto un tavolo tecnico, che noi accettiamo ben volentieri. Il 30 giugno è una data possibile. Ma prima di creare aspettative, bisogna risolvere un problema più imminente, la mancanza di dosi” – ha spiegato l’assessore.
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E in effetti, se nel Lazio la campagna di vaccinazione è ormai decollata, tra Open Day e tour vaccinali, l’assessore D’Amato ha specificato che le dosi scarseggiano. O meglio, ci saranno 40.000 dosi in meno rispetto a maggio del monodose Johnson & Johnson: “Il nostro piano di vaccinazione per giugno, tra hub, medici di base e farmacie, prevede 1.932.356 somministrazioni. Ma di vaccini ne sono previsti 1,7 milioni. Ci mancano oltre 230 mila dosi per raggiungere l’obiettivo”.
