Referendum. Oggi, 15 febbraio 2022, ci sono tutti i presupposti perché sia una data storica per il nostro Paese. Infatti, la Corte Costituzionale è chiamata in causa a giudicare l’ammissibilità di ben 8 referendum, tra cui: eutanasia attiva, cannabis legale e giustizia. Dopo le consultazioni e le opportune verifiche, se i quindici giudici si pronunceranno a favore, allora il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a seguito della deliberazione del Consiglio dei Ministri, provvederà ad indire un decreto specifico che ne fissi la data tra il 15 aprile e il 15 giugno.
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La strada verso il Referendum
Facendo qualche rapido calcolo anagrafico, sono ormai passati ben 2 anni da quando la Corte ha deciso di modificare, e lo ha fatto, l’articolo 580 del Codice Penale in materiale di aiuto al suicidio: la sentenza successiva ha poi spianato definitivamente la strada verso il suicidio medicamente assistito. Ovviamente, in determinate circostanze. Un passo importante, ma non sufficiente per i tempi che corrono e, soprattutto, per la rinnovata sensibilità civile dell’Italia. I tempi sono ampiamente maturi perché si faccia definitivamente un passo in più verso la libertà di scelta. Perché la scelta sia realmente libera e senza vincoli. Se è vero che l’uomo è libero in vita, allora dovrebbe esserlo fino alla fine.
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Il mondo in cambiamento
In barba a tutte le ideologie che difendono a spada tratta la vita a tutti i costi, anche quando questa rasenta la perdita della dignità umana. Ricordiamo brevemente che il referendum, nello specifico, chiede una modifica dell’articolo 579 del Codice Penale. “Chiunque cagiona la morte di un uomo, col consenso di lui – recita la norma – è punito con la reclusione da sei a quindici anni“. Ricordiamo anche, in ultima battuta, che queste parole risalgono al 1930, e che da allora molte cose sono cambiate. Senza stilare giudizi di valore, semplicemente sottolineando l’imperturbabile cambiamento che sottende il mondo, la cultura, le idee e la vita.