Reddito di cittadinanza, proteste a Napoli dopo l’arrivo dell’sms di sospensione per 169 mila famiglie. Cosa sta succedendo?
Il Governo Meloni lo aveva detto già sin dai primi giorni del suo insediamento che ci sarebbe stata una stretta per quanto riguarda il Reddito di cittadinanza. Molti italiani in questi anni hanno beneficiato di questa misura pensata e voluta dal Movimento cinque stelle e che ha dato modo a tante famiglie in difficoltà, di vivere discretamente.
Tuttavia, il governo Meloni ha sempre lottato per abolire questa misura di aiuto economico ed ha messo in atto tutta una serie di stratagemmi per sospendere il Reddito a migliaia di famiglie sin da subito, arrivando poi alla cancellazione della misura per tutti, nel mese di dicembre 2023.
Ad ogni modo, cosa sta accadendo adesso?
Reddito di cittadinanza, arriva l’sms di sospensione per milioni di famiglie
Giovedì 27 luglio, il giorno tanto atteso da migliaia di italiani perchè giorno in cui sarebbe dovuto arrivare l’accredito del Reddito di cittadinanza, è stato piuttosto nero.
Numerose famiglie italiane hanno infatti ricevuto un sms comunicando la sospensione del reddito. Interessate ben 169 mila famiglie che inevitabilmente si sono ribellate ed hanno preso d’assalto i numeri telefoni dell’Inps e Poste italiane e non solo.
Sono ad oggi ben 169 mila le famiglie che percepivano il reddito o la pensione di cittadinanza e che adesso invece non lo percepiranno più, dopo aver ricevuto l’sms dall’Inps che informava loro della sospensione del beneficio.
La sospensione parte dal mese di agosto, dunque quella del 27 luglio è stata l’ultima rata da loro percepita. Come già detto, questo vale per tutti quei nuclei familiari al cui interno non ci sono minori, over 65 o disabili. In questi casi il beneficio continuerà ad essere percepito fino al mese di dicembre. Gli altri hanno percepito l’ultima rata ieri, giovedì 27 luglio.
Protestano a Napoli
A Napoli nel dettaglio, centinaia di persone dopo aver ricevuto questo sms di sospensione del reddito hanno messo in atto una vera e propria protesta. Hanno iniziato a chiamare l’Inps di Napoli e dell’intera provincia per chiedere spiegazioni e chiarimenti in merito alle loro pratiche.
Proprio nella mattinata di oggi, in molti si sono recati proprio presso la sede dell’Inps sita in via De Gasperi a Napoli. Alcuni hanno avuto una discussione piuttosto accesa con i vigilantes che si trovano proprio all’ingresso.
Parole pesanti sono volate e vista la situazione è stato necessario l’intervento della polizia. Ma non è stato il solo episodio, visto che a Calvinazzo, sempre a Napoli, diverse persone si sono recate presso la sede dell’Inps chiedendo spiegazioni.
C’è ancora molta confusione al riguardo, visto che sono state dette tante cose in questi mesi. Adesso però che molte famiglie hanno ricevuto già la sospensione, cresce l’ansia e la preoccupazione.
La legge però parla chiara e dice che tutti i nuclei ai quali sarà sospeso il Reddito, dovranno essere presi in carico dai servizi sociali del Comune di riferimento. I nuclei interessati ai quali è stato sospeso il servizio sono tutti quelli in cui non si cono minori, over 65 e componenti disabili.
Le preoccupazioni del Presidente degli assistenti sociali
A parlare in queste ore è stato il Presidente degli assistenti Sociali Gianmario Gazzi, il quale piuttosto preoccupato ed alla luce di quanto accaduto oggi non soltanto a Napoli ma un pò ovunque, ha chiesto al governo di intervenire immediatamente.
Molte le minacce arrivate dalla gente che in difficoltà e presa dalla disperazione. Molte le minacce di assalto ai servizi sociali delle varie città e di conseguenza Gazzi ha chiesto che qualcosa venga fatto prima che queste minacce possano trasformarsi in realtà e qualche assistente sociale venga aggredito.
Ed ancora Gazzi ha aggiunto di aver ricevuto dei messaggi piuttosto preoccupanti dai vari territori, dove molti uffici si trovano in aree che non sono per niente rinforzate e preparate ad accogliere gente disperata disposta a tutto.
Insomma, c’era da aspettarselo ma forse nessuno pensava che potesse mai verificarsi. La gente senza un lavoro e con nessuna possibilità economica si dice pronta a tutto. Di conseguenza cresce la preoccupazione su tutto il territorio italiano.