Incidente bus a Roma: nuovi sviluppi sulla questione. Era accaduto 7 anni fa a Piazza Venezia. Alessandro Di Santo, all’epoca 20enne, morì dopo essere stato investito da un autobus, proprio mentre cercava di prendere il mezzo. Era fuori fermata e l’autista del bus, Carmine A., era stato accusato dalla Procura di non aver evitato l’incidente. Ma, proprio ieri, c’è stato un netto cambiamento: nessuna colpa per il conducente del mezzo, è stato assolto con formula piena.
Incidente bus: così morì Alessandro Di Santo
Del fatto ne parla il Messaggero: la colpa, in pratica, è del pedone, il quale ha avuto una “condotta imprudente e pericolosa”. Alessandro Di Santo sarebbe stato in un punto non visibile al conducente, questo quanto affermato dal perito Lucio Pinchera. Il tragico evento era accaduto il 28 febbraio 2015, durante la notte. Alessandro con alcuni amici stava rientrando da una festa quando l’autobus è passato: alcuni dei ragazzi sono saliti a bordo rapidamente, Alessandro e un altro hanno bussato al finestrino di mezzo chiedendo di riaprire le porte. Avviene in questi attimi la tragedia: l’autista non si ferma, continua a guidare. E investe il giovane. Parte così l’indagine per omicidio colposo, ma l’autista si difende: non si sarebbe accorto di nulla, non ha proprio visto quel ragazzo, che è stato trascinato per diversi metri dal mezzo.
L’assoluzione in formula piena dell’autista
L’autista si difende: non si è accorto del giovane e, oltretutto, da regolamento non può fermarsi fuori dalla fermata. Nonostante sia una pratica spesso richiesta dai passeggeri non si può fare. E ancora, afferma che neppure gli altri passeggeri presenti nel mezzo si erano accorti della situazione. Si è reso conto della situazione solo una volta giunto a via Nomentana, dove la polizia lo ha fermato. Ora, dopo 7 anni, gli è stata data ragione ed è stato assolto.
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(Foto di repertorio)