“Meno silenzio, più rumore” è questa la frase scelta per accompagnare il volto di Raffaella Carrà in via di San Giovanni in Laterano. Qualche giorno fa, ai piedi del Colosseo, nella Gay Street di Roma è apparso un murale in onore della Regina della televisione: lei in bianco e nero, accanto tutti i colori dell’arcobaleno.
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Raffaella è scomparsa il 5 luglio, al seguito di una brutta malattia. Lei, come da tanti detto, è stata un’icona del free gender: riconosceva la sensibilità, il talento ed era contro le discriminazioni. Così la Capitale ha deciso di farla spuntare, con il suo caschetto inconfondibile, nella comunità Lgbtq+ ultimamente vittima di discriminazioni e violenze.
Gay Street: Campidoglio non cancelli il murale di Raffaella Carrà
Il ddl Zan, disegno di legge contro l’omotransfobia, non è ancora stato approvato. Il murale comparso qualche giorno fa sta diventando il simbolo di una battaglia sociale e politica: l’idea di fondo è quella di intitolare via di San Giovanni in Laterano, via di Raffaella Carrà. Iniziativa promossa da Fabrizio Marrazzo, portavoce del Partito Gay e candidato sindaco di Roma.
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“Se sarà eletto il mio primo impegno sarà quello di dedicare il tratto di strada vicino al Colosseo – da noi ribattezzato Gay Street – a Raffaella Carrà”. Inoltre Marrazzo ha lanciato un appello al Campidoglio affinché il murlaes non venga cancellato ma anzi autorizzato “anche se gli autori sono ignoti”.