“Un uomo che stava attraversando un campo incontrò una tigre. Cominciò a scappare con la belva alle costole. Giunto ad un precipizio si aggrappò ad un rampicante selvatico e si lanciò giù, oltre il ciglio. La tigre lo fiutava dall’alto.
Tremando l’uomo guardò in giù, dove molto più in basso, un’altra tigre lo aspettava per divorarlo.
L’uomo vide una succulenta fragola vicino a sé. Tenendo il rampicante con una mano, colse la fragola con l’altra.
Com’era dolce!”
(N. Senzaki, P. Reps)
Essere presente
Questo racconto estremizza un concetto semplice: l’uomo riesce nonostante tutto a godersi la fragola.
Vivere “qui ed ora” significa restare nel presente. In altri termini ADESSO è esattamente l’istante che si sta vivendo e non quello che abbiamo alle spalle, o quello futuro; la percezione del tempo deve essere realmente quella che l’orologio e il calendario ci indicano: quando ci fermiamo nel presente non esiste passato né futuro.
Il vagare nel tempo in avanti o indietro ci provoca ansia, tristezza, rimpianti, frustrazione; pensiamo alle cose che non sono state fatte o che potevano andare in altri modi, alle persone che non fanno più parte delle nostre giornate, a cosa fare domani e come, a cosa dire tra un anno o un mese, in quale direzione portare la propria vita e così via
E oggi? Chi siamo?
Qui ed ora non è vivere alla giornata
Il restare nel presente non esclude la possibilità di progettare un futuro, poiché ogni cosa che facciamo oggi sarà un gradino che ci farà salire verso il domani, ma in maniera realistica e consapevole: se ci piace fare sport è chiaro che stiamo curando il nostro corpo per prevenire problemi di salute, ma è soprattutto vero che il benessere dei muscoli affaticati è ora, lo stiamo vivendo adesso!
Stesso discorso per il passato, noi siamo il frutto delle esperienze vissute dalle quali prendere insegnamento, non cercare di riviverle all’infinito in modalità ripetitiva.
Esseri qui in questo momento ci da maggiore attenzione sulle priorità, cioè a cosa è realmente essenziale per noi senza scivolare nel passato o slittare nel futuro.
In sintesi:
- Nel passato: in genere i malinconici restano aggrappati alle esperienze passate, ad un tempo – quasi sempre idealizzato – che non potrà più tornare, alle persone che non ci sono più, o a esperienze negative che potrebbero ripetersi.
- Nel futuro: chi soffre d’ansia non vive quasi mai nel presente, prospetta invece situazioni catastrofiche future, le immagina e le vive nelle emozioni come se fossero reali, tutto intorno sparisce per dare spazio a quello che “forse” sarà.
Vivere l’attimo emotivo ed esternarlo
Spesso nei rapporti viviamo i fallimenti del passato e le angosce del futuro, perdendo attimi di serenità come una semplice passeggiata, i profumi buoni, un pasto gustoso. Stesso discorso nelle discussioni che inevitabilmente accadono, le incomprensioni sono fisiologiche in tutti i rapporti.
Il “qui ed ora” può risolvere molti conflitti di coppia, a lavoro, con gli amici e in qualsiasi altra relazione, permettendo di esternare le emozioni e le sensazioni al momento, senza rimandare a chissà quando.
Lasciamo andare ciò che è stato ieri, non pensiamo a cosa potrebbe accadere domani: l’incomprensione è insorta oggi e oggi stesso ci adoperiamo per superarla. Dopo la lasceremo alle nostre spalle.
Rimandare a domani non fa altro che ingigantire, aumentare la rabbia e la memoria in qualche modo modifica i ricordi e “una pagliuzza diventa una trave”.
Partiamo dal corpo
Teoricamente è facile pensare di vivere “qui ed ora”, nei fatti può essere difficile in quanto ognuno di noi porta con sé un bagaglio di passato che inevitabilmente influenza i comportamenti, e di progetti futuri indispensabili per costruire la nostra vita.
Non si può costringere la mente a non pensare, ma si può attivare il corpo a piccoli passi e con allenamento continuativo, attraverso i cinque sensi e il respiro.
- Respirare: fare dei respiri profondi aumenta la consapevolezza del proprio corpo, scioglie le tensioni emotive e alleggerisce la testa;
- Mangiare: preparare da mangiare, scegliere gli ingredienti e deliziare il palato;
- Contatto: abbracciare, coccolare e coccolarsi, fare docce rilassanti senza fretta;
- Guardare: anche seduti al tavolino del bar, guardare intorno, o andare al mare e fissare l’orizzonte;
- Annusare: fare delle passeggiate nel verde, annusare i pasti, sentire l’odore della propria pelle, dei figli o del partner;
- Ascoltare: è ben diverso da “sentire”, e vale sia per la musica che per chi ci parla.
Se volete raccontarmi le vostre storie per sciogliere insieme qualche nodo disfunzionale, scrivete all’indirizzo: psicologia@ilcorrieredellacitta.it
Vi aspetto.
Dott.ssa Sabrina Rodogno