È a Pomezia, nei laboratori dell’IRBM di via Pontina, che si sta mettendo a punto il vaccino che dovrà fermare la diffusione del COVID-19.
Le procedure per la produzione del primo lotto del nuovo vaccino per il Coronavirus “ChAdOx1 nCoV-19” per i test clinici sono iniziate un mese fa. Per saperne di più abbiamo intervistato il dott. Piero Di Lorenzo, Ammistratore Delegato e Presidente dell’IRBM.
Iniziamo con la domanda che più preme ai cittadini: a che punto siete con la messa a punto del vaccino?
“Per quanto ci riguarda noi siamo già pronti e stiamo già producendo: stiamo facendo la ‘purificazione’ e tra due o tre giorni e andremo in produzione effettiva. Nel giro di un mese avremo già le prime dosi, quindi ad aprile. Avremo le 1000 dosi da testare sui topi entro fine maggio. Giugno sarà il mese utilizzato per i test sugli animali, quindi già dai primi di luglio noi saremo pronti per i test sull’uomo. Normalmente questi in fase clinica 1, 2, 3 possono prendere due o tre anni, ma in una situazione di emergenza questi tempi possono essere molto ristretti dalle autorità regolatorie sia nazionali che internazionali”.
Quali possono essere?
“Per fare un esempio, quando abbiamo prodotto il vaccino anti-ebola abbiamo chiesto l’autorizzazione alle autorità regolatore americane il mattino e la sera ci è arrivata l’autorizzazione. Dipende sempre dal minor rischio calcolato: se i danni che può fare l’epidemia sono superiori a quelli che può fare un vaccino non testato secondo i protocolli normali sull’uomo, si sceglie la seconda strada. Dipende, ripeto, dalla situazione che le autorità regolatore si troveranno di fronte al momento in cui le autorità regolatorie si troveranno di fronte al momento in cui potrebbero essere disponibili le dosi di vaccino sufficienti per cominciare una vaccinazione di massa”
Quante persone sono al lavoro adesso per mettere a punto il vaccino?
“Nel nostro laboratorio specifico GMP, sofisticato e particolarmente protetto, dove serve un’ora per entrare e un’ora per uscire, ci sono una ventina di persone. Sull’operazione vaccino e sule operazioni di ricerca biologica e chimica connesse molte di più”.
Che tipo di protocollo di sicurezza adottate voi per proteggere le persone che lavorano a questo vaccino?
“Ci sono due protocolli certificati, uno è GLP ed è quello più ‘tranquillo’, semplice, meno rigoroso, dove si pretende da parte delle autorità regolatorie che ci sia un’attenzione maggiore alla norma, ma non una rigidità così importante come quella che viene utilizzata per la realizzazione e produzione. Infatti in quel settore si produce un vaccino che poi si inoculerà nell’organismo umano, per cui dovrà essere assolutamente sterile. Il vaccino viene prodotto nel laboratorio GMP, un locale molto ‘chiuso’ e protetto proprio per questi motivi”
Quali sono le vostre aspettative rispetto a questo vaccino?
“Siamo moderatamente ottimisti, perché il nostro partner, che è lo Jenner Institute dell’Università di Oxford, ha una competenza nel settore degli adenovirus ormai più che testata. Loro hanno tirato fuori il vaccino anti MERS (Sindrome respiratoria medio-orientale) che ora è in un test sull’uomo in Arabia Saudita, conoscono l’adenovirus dai tempi della SARS, quindi hanno una competenza particolarmente importante in questo settore. Noi abbiamo un’expertise altrettanto importante nel campo dell’adenovirus per quanto riguarda il vettore, che deve prendere la proteina Spike, che sarebbe Corona del COVID-19, in genere la Corona dei Coronavirus, che prendono il nome proprio da questa conformazione. La Corona è costituita dalla proteina Spike, che crea il contagio. Quando a dicembre i cinesi hanno isolato e sequenziato il virus, ad Oxford hanno sintetizzato subito il gene della Spike. Questo gene, opportunamente depotenziato, deve essere inoculato nell’organismo umano attraverso un vettore, che è l’adenovirus. Su questo noi abbiamo una competenza specifica molto importante già testata, utilizzata per il vaccino anti-ebola 5 anni fa. Per cui unendo questi due expertise, il nostro e quello della Oxford University, sia per quanto riguarda il virus che per quanto riguarda lo shuttle, ovvero lo strumento che deve portare nell’organismo questo veicolo opportunamente depotenziato per causare la nascita degli anticorpi, noi siamo ottimisti che la cosa vada a buon fine”.
Con la sua esperienza si immaginava che questo virus fosse così forte e prendesse in maniera così rapida in Italia?
“Diciamo che il virus non è così forte rispetto a tanti altri virus, gli scienziati hanno dimostrato che la forza di questo virus COVID-19 è inversore a quello della SARS, ma la particolarità di questo virus è la sua incredibile contagiosità: si propaga con una velocità e una forza assolutamente sproporzionata rispetto agli altri coronavirus”.
Quali sono oltre a tutte le altre raccomandazioni che ha fatto il Governo, i consigli che può dare ai nostri lettori?
“Il regolamento che ha emanato il Governo e assolutamente realisticamente fatto bene. È importante seguire quei suggerimenti. Oltretutto non c’è un’altra arma per sottrarsi al contagio.La storia che si ammalano solo gli anziani ha fatto diventare spregiudicati i giovani, che pensavano ‘noi non c’entriamo niente’. Purtroppo non è così, Quando non si realizza l’immunità di gregge cominciano anche i giovani a contagiarsi e ad avere problematiche, è quindi bene che anche i giovani capiscano che devono proteggersi innanzitutto per sé stessi, poi per proteggere i propri cari, senza vuole invocare un senso civico che serve tutto”.
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