Mesi chiusi in casa, zone rosse per intendere ‘lockdown’, attività sul lastrico e intere categorie piegate dalla crisi economica. Ma oggi, un po’ come accadeva l’anno scorso a maggio, buona parte dell’Italia sta ripartendo, seppur con prudenza e nel rispetto dei protocolli. Una bella notizia, certo non un via libera, ma l’inizio verso una normalità che da tempo ci sembra eccezionalità. La bella stagione è alle porte, molte attività hanno ripreso il via e altre sono in attesa di poter rialzare la saracinesca, con la speranza che la campagna di vaccinazione acceleri e che di Covid se ne parli solo declinandolo al passato. Eppure, nonostante l’ottimismo sembri non mancare, uno studio presentato pochi giorni fa al Cts invita ad avere la massima prudenza perché “con le riaperture precoci ad aprile si rischia la quarta ondata”.
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Quarta ondata Covid e riaperture: lo studio
D’altra parte anche il Premier Draghi aveva parlato di “rischio ragionato fondato sui dati che sono in miglioramento. Un rischio che sicuramente incontra le aspettative dei cittadini, ma che si fonda su una premessa: che quei provvedimenti che governano il comportamento nelle attività riaperte siano osservati scrupolosamente”. Ma ora a riportare lo studio della Fondazione Bruno Kessler presentato dall’epidemiologo Stefano Merler, è stato il Fatto Quotidiano. Secondo il report con l’aumento del valore Rt, l’epidemia “potrebbe non essere facilmente controllabile senza ulteriori restrizioni, soprattutto in caso di riaperture precoci entro aprile”. Un allarme perché sembrerebbe esserci il rischio di una quarta ondata che “richiederebbe misure importanti per evitare un altissimo numero di morti in breve tempo”. Come spiega Merler al quotidiano, le “riaperture precoci entro aprile possono portare a un costante, ma alto numero di morti giornaliere”. Fatto che “sarebbe estremamente ridotto con riaperture a valle di un marcato calo dell’incidenza (es. riaperture graduali a partire da inizio-metà maggio, mantenendo Rt<1)”.
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E di vittime ne aveva parlato qualche giorno fa anche l’esperto Crisanti che, intervenuto alla trasmissione Un giorno da Pecora di Rai Radio 1, aveva dichiarato di essere contrario a questa ripartenza. “Con le riaperture – aveva annunciato il direttore di microbiologia e virologia dell’università di Padova – c’è la possibilità che il numero dei morti aumenti, arrivando anche a 500-600 al giorno”.