Coronavirus, vaccino: ma quanto durano gli anticorpi? A rispondere a questa domanda ci hanno pensato gli scienziati dell’Università di Padova e dell’Imperial College di Londra conducendo uno studio a Vo’Euganeo, pubblicato in seguito sul Nature Communications. Nella ricerca è coinvolto anche Andrea Crisanti, coordinatore del progetto.
Durante i mesi di febbraio, marzo, maggio e novembre 2020 l’équipe guidata da Ilaria Dorigatti ha testato l’85% della popolazione (della cittadina veneta di Vo’Euganeo) monitorando i livelli di anticorpi. La scoperta è stata che l’98,8% delle persone che a febbraio avevano livelli (rilevabili) di anticorpi continuavano a presentare gli stessi anche a novembre.
Coronavirus: quanto durano gli anticorpi?
Lo studio, di una portata su scala piccola ma decisamente rilevante, ha quindi confermato che il sistema immunitario reagisce e ricorda il Coronavirus anche dopo 9 mesi. Viene poi evidenziato che non ci sono differenze tra gli anticorpi e la loro durata di chi è stato sintomatico e chi asintomatico.
Sempre Ilaria Dorigatti ha spiegato ad Agi, che ha diffuso la notizia, che: “Questo suggerisce che la forza della risposta immunitaria non dipende dalla gravità dell’infezione”. La studiosa dell’Imperial College di Londra ha però sottolineato che “il nostro lavoro mostra che i livelli risultanti di anticorpi possono variare in base al test effettuato. Ciò implica la necessità di cautela quando si confrontano le stime di valori immunitari”.
Il gruppo di ricerca ha poi ideato un modelli che aiuti a prevedere i contagi tra i membri della stessa famiglia. La probabilità di infettare un familiare in casa è una su quattro. Dallo studio emerge che il 79% della diffusione viene provocata dal 20% delle infezioni. A conclusione di ciò, comunque, Ilaria Dorigatti ha precisato l’importanza dei vaccini affermando che: “E’ chiaro che non siamo ancora fuori pericolo. Credo sia fondamentale proseguire le campagne vaccinali e perseguire il tracciamento dei contatti. Dobbiamo mantenere la cautela e limitare ancora il rischio di contrarre il virus”.