L’attività frenetica e la routine quotidiana del mondo moderno portano molte persone di tutte le età a soffrire di stress e di irritabilità. Questo porta tensioni non solo a livello di coppia, ma anche familiare. La comunicazione oggi giorno sta attraversando un periodo particolarmente complesso ed è sempre più comune, tra i membri della stessa famiglia, la scarsa capacità di saper affrontare questioni e discussioni serenamente.
La condivisione e il piacere di aprirsi agli altri, in famiglia dovrebbe essere qualcosa di spontaneo, ma ad oggi sembra essere invece più complesso, colpa anche della troppa tecnologia che si interpone tra le persone di tutte le età, non solo i più giovani.
In questo contesto sta diventando sempre più popolare la ‘terapia familiare’. Uno psicologo lavora per risolvere i conflitti e incoraggiare la comunicazione in famiglia. Per farlo, conta sulla collaborazione e l’empatia di tutti per comprendere i bisogni e il disagio che accusa uno o più dei suoi membri.
Quelli che sono considerati i fattori scatenanti di una crisi familiare, spesso sono ‘esterni’, ossia eventi capitati al di fuori del nucleo che creano tensioni interne. È piuttosto normale’ scaricare’ sui figli o il partner il nervosismo accumulato per problematiche sul lavoro che affliggono un genitore. Allo stesso tempo, i problemi legati alla scuola o alle amicizie che colpiscono i più giovani, vengono ‘incomprese’ dai genitori e quindi tenute nascoste, con conseguenze pesanti sulla comunicazione in famiglia.
In generale, le principali motivazioni che portano a difficoltà nell’ambito familiare sono le crisi di coppia, la malattia o la morte di una persona cara, la perdita del lavoro, la mancanza di stabilità economica, un trasferimento, il passaggio all’adolescenza e gli insuccessi scolastici e/o sociali.
Nelle terapie familiari, lo psicologo di solito agisce da mediatore tra le parti più conflittuali, quindi il successo della terapia dipenderà in larga misura dal grado di coinvolgimento ottenuto da ciascun membro della famiglia. In questo modo, durante le sedute, genitori e figli cercano di lavorare gli uni con gli altri comunicando, cercando di capirsi a vicenda e collaborando per risolvere il problema che li allontana. La conseguenza di ciò è il rafforzamento del sistema familiare.
Oltre alle sedute, di solito la terapia consiste anche in ‘compiti per casa’. Essenzialmente questo vuol dire che ogni familiare deve impegnarsi per migliorare il rapporto con gli altri anche senza la presenza dello psicologo.
I metodi terapeutici più utilizzati sono sicuramente il dialogo intorno alla tavola, momento in cui ogni membro della famiglia racconta la propria giornata. L’approccio però si amplia con vacanze da fare insieme e deve comprendere anche piccoli momenti di divertimento e di unione, come una serata al cinema o un acquisto speciale da fare tutti insieme.
A questo proposito Lorena Castillo, ideatrice e responsabile del sito zonagenitori.it, spiega quanto sia importante che padri e madri lascino prendere alcune decisioni ai propri figli, senza per forza intervenire con i loro giudizi da adulti: “A volte i genitori intervengono sulla scelta dei giocattoli, sul colore o lo stile di uno zaino o su un libro, perché con la loro esperienza vogliono aiutare i propri figli. Questo però porta a una mancanza di libertà di scelta che, almeno in determinati casi, dovrebbe essere invece lasciata a bambini e ragazzi, compresi i più piccoli”.
Lo psicologo può anche consigliare qualche attività fisica da fare insieme. Lo sport in generale aiuta a scaricare le tensioni. Farlo in famiglia può essere un modo per sentirsi in sintonia con i propri cari, per aiutarli nel momento in cui sono stanchi o per essere supportati quando per qualche motivo si vorrebbe smettere di correre, di allenarsi, di giocare una partita di pallone, ecc…
Le terapie familiari non hanno una durata eccessiva, anche se dipende dal tipo di problema da trattare. La maggior parte delle volte possono essere sufficienti dalle 6 alle 15 sessioni. Maggiore sarà il coinvolgimento della famiglia e minori incontri con lo psicologo saranno necessari.