La chiamano FOMO, Fear of missing out. È la paura di rimanere esclusi, la sensazione di essere tagliati fuori e non riuscire a partecipare a esperienze piacevoli e gratificanti fatte dagli altri. Si tratta di una particolare forma di ansia sociale che si manifesta in modo sempre più forte nella nostra epoca, così iperconnessa e dipendente dai social network come Facebook o Instagram.
Forse tu stesso l’hai sperimentata, senza rendertene conto. Quante volte, scrollando la home di Facebook, hai avutol’impressione che i tuoi amici (o conoscenti) avessero una vita molto più interessante della tua? Guardando le foto, scorrendo le stories di Instagram, sembra sempre che gli altri siano migliori, più belli, più felici: capodanno sulla neve, feste in spiaggia, serate in discoteca a ballare, teneri momenti familiari con i figli piccoli, romantiche cene di coppia a lume di candela.
E tu invece? Tu sei appena rientrato dopo una giornata in ufficio e la prospettiva migliore che hai davanti è startene sul divano da solo a guardare l’ennesima serie su Netflix.
Tanto la loro vita sembra colorata e luminosa, tanto la tua ti sembra piatta, monotona, grigia.
Allora che fai? Continui a controllare compulsivamente i social. Apri Facebook ogni cinque minuti, gettando un occhio distratto sulla puntata che avevi intenzione di guardare. Cerchi di restare perennemente connesso per non perderti nulla. Di fatto, arrivi a pensare di non poterti divertire perché gli altri stanno facendo qualcosa di più eccitante.
Se questa scena ti ricorda un’esperienza davvero vissuta, forse soffri di FOMO.
FOMO, una definizione recente per un problema antico
Il primo a parlare di FOMO (Fear of missing out) è stato Andrew Przybylski, ricercatore di psicologia sociale dell’università di Oxford, che ha coniato questo termine nel 2004, utilizzandolo in un articolo comparso sulla rivista Harvard Business School.
Nel suo sito, egli la descrive così questa forma di ansia sociale:
- La FOMO è la forza che guida l’uso dei social media;
- I livelli di FOMO sono più alti nelle persone giovani e in particolare negli individui di sesso maschile;
- I livelli di FOMO sono influenzati dalle circostanze sociali. Bassi livelli di considerazione della propria vita coincidono con alti livelli di FOMO;
- La FOMO è più alta in chi è spesso distratto;
- La FOMO è più alta negli studenti che fanno uso dei social media anche in classe;
Di fatto, a guardar bene, il termine FOMO va a definire un problema che esiste dall’alba dei tempi che si potrebbe semplificare nel noto detto “l’erba del vicino è sempre più verde”. Vista da fuori, la vita degli altri ci appare perfetta, colma di successi, assolutamente desiderabile. I social non sono il problema, ma rappresentano un’enorme cassa di risonanza. Se prima immaginavamo soltanto, adesso abbiamo costantemente sotto gli occhi le vite patinate dei nostri amici, che non mancano di raccontarci con foto e video i momenti più entusiasmanti delle loro giornate, le esperienze più belle.
Facebook, Instagram, Tik Tok ci mettono in mano uno strumento con il quale possiamo sempre rimanere connessi con gli altri, venire aggiornati rispetto a quel che fanno. Siamo spinti a rimanere nel flusso che ci avvolge completamente.
FOMO: adolescenti più a rischio
I più a rischio sono gli adolescenti, i cosiddetti nativi digitali, coloro che sono nati in un’era in cui è impossibile pensare di vivere senza connessione a internet e cellulare sempre a portata di mano.
La maggiore familiarità con i dispositivi elettronici li rende più vulnerabili poiché quello virtuale è il loro mondo. I ragazzi e i giovani adulti sono maggiormente predisposti a tenersi in contatto con gli altri attraverso servizi di messaggistica istantanea (Messenger, Whatsapp, Viber etc) e a esporre la propria vita sui social, sovrapponendo mondo reale e mondo virtuale.
A spingerli in questa direzione è il naturale bisogno di appartenenza insito in ogni essere umano, che negli adolescenti è ancora più forte.
FOMO e Nomofobia: la dipendenza da social
Che succede se il telefono è scarico oppure non c’è connessione? Cominciamo a dare segni di vera e propria astinenza. La FOMO, infatti, è anche una forma di dipendenza dai social network e si connette con un’altra sindrome detta nomofobia, termine che deriva dall’espressione no mobile (phone). Tale sindrome si manifesta come paura incontrollata di non avere accesso a internet e alla rete di telefonia mobile, cosa che ci fa temere di essere disconnessi. Non a caso è definita anche Sindrome da Disconnessione.
Alcuni consigli contro la FOMO
Se ti rispecchi in quanto abbiamo appena descritto, potresti aver bisogno di alcuni consigli pratici per superare la FOMO. Questa condizione, infatti, porta con sé un profondo disagio, che si manifesta con ansia, stress, insonnia, condizionando fortemente l’umore.
Prendere consapevolezza
Spesso, il primo passo per risolvere un problema è rendersi conto della sua esistenza. La FOMO è una trappola in cui è facile cadere, soprattutto per chi ha già scarsa autostima e una forte insicurezza. Attraverso il contatto costante con gli altri tramite i social, cerchiamo di sfuggire al disagio interiore, scappare da una realtà che ci fa soffrire. Cerchiamo, insomma, di distrarci continuamente da noi stessi, proiettandoci altrove. Comprendere questo, ci aiuterà a mettere in atto comportamenti più consapevoli.
Interrompi il confronto
Per sfuggire alla FOMO, è importante rendersi conto che quello che vediamo online non corrisponde a quel che accade nella realtà. Come sottolineato dal dottor Manuel Marco Mancini, psicologo a Roma Eur, quello che viene condiviso sui social è sempre e soltanto una selezione, una sorta di best of delle nostre giornate, quello che vogliamo che gli altri vedano di noi. È il modo in cui ci raccontiamo, scegliendo cosa far vedere nella vetrina virtuale. Tutta è filtrato ed edulcorato per dare un’impressione di felicità.
Ma chi ti dice che dietro il sorriso smagliante in quella foto non ci sia tanta tristezza? Invece di dedicare tanto tempo a quel che fanno gli altri, concentrati su quello che ti piace, su ciò che hai tu, non su quello che ti manca. E ricordati: non devi dimostrare niente a nessuno.
Tieni un diario
Un buon suggerimento per sfuggire alla FOMO è quello di tenere un diario. Ogni sera, prendi carta e penna e prova ad appuntare qualche impressione sulla tua giornata. Non servono lunghe pagine di riflessione, bastano anche poche righe in cui rifletti su quel che ti è accaduto di bello nel corso delle ultime ore. Scriverlo ti aiuterà ad apprezzare maggiormente quello che hai e a spostare l’attenzione dalla dimensione sociale – che su Facebook e Instagram si manifesta con commenti, like e condivisioni – alla dimensione privata.
Segui pagine e profili “positivi”
I social sono un vero e proprio un oceano, in cui si rischia di annegare se non si sa nuotare. È bene selezionare attentamente chi e cosa si segue in base ai propri interessi, andando a ricercare quei profili e quelle pagine che ci danno stimoli positivi, contenuti in grado di arricchirci. Se i contenuti di un certo profilo ti mettono a disagio e hai la sensazione di provare malessere quando li vedi, forse è il caso di “staccare” e smettere di seguire quel profilo o quella pagina. Prenditi una pausa.
Disintossicazione graduale
Un altro modo per evitare questo tipo di intossicazione è quello di dedicare più tempo alle esperienze reali piuttosto che al mondo virtuale. Invece di passare il tempo a scorrere la home di Facebook, prova a mandare un messaggio (o a chiamare) i tuoi amici per organizzare un’uscita, una gita, un momento di divertimento insieme. Immergiti nella vita vera. Cerca di tenere lo smartphone in un’altra stanza quando stai mangiando oppure sei in compagnia della tua famiglia, della tua fidanzata o dei tuoi figli. All’inizio sarà difficile, proverai disagio. Ma lentamente ti renderai conto di come il semplice gesto di mettere via i dispositivi elettronici potrà darti grande beneficio.